Imperfetta, autentica e un po’ sgangherata, la trentenne anatomopatologa madre single Costanza Macallè incarna la perfetta ‘eroina’ del nostro tempo, alla continua ricerca di un equilibrio tra lavoro precario, instabilità economica, con una figlia e relazioni amorose spesso complicate.
La trilogia ‘Costanza’, di Alessia Gazzola – in libreria con Longanesi (905pp., 25Euro) in un unico ‘volumone’ racchiude i tre romanzi della saga: Questione di Costanza (2019); Costanza e buoni propositi (2020); La Costanza è un’eccezione (2022), i quali seguono le vicende private e professionali di Costanza Macallè attraverso una narrazione avvincente articolata in due filoni. Madre single e giovane anatomopatologa trentenne fresca di specializzazione, la protagonista è costretta a trasferirsi dalla soleggiata Messina al Nord – con la ‘quasi treenne’ ‘Flora’, lascito di un ‘fuori programma’ a Malta di 4 anni prima – dopo aver vinto un posto da ricercatrice di paleopatologia per un anno presso l’omonimo Istituto veronese, in attesa di realizzare il suo sogno di stabilirsi a Londra e occuparsi finalmente di medicina.
Nonostante la presenza della sorella minore Antonietta, psicologa – con cui lei e Flora condivideranno l’appartamento – i primi mesi a Verona sono per Costanza ‘la rossa’, più faticosi del previsto: un contesto lavorativo sconosciuto e che poco la interessa – del resto quale medico dopo tanta fatica si direbbe entusiasta di pulire resti di ossa riesumate dopo secoli con uno spazzolino da denti?!? – con un professore tutt’altro che conciliante, l’incertezza economica, e la fatica di crescere da sola Flora, con il solo supporto – psicologico, ma soprattutto pratico – di Tony.
È così che dopo molte esitazioni, Costanza, decide di rintracciare il papà di Flora – ignaro della sua esistenza – di cui non conosce neppure il cognome. Riallacciare i contatti con Marco Elderly De Verre, giovane architetto di buona famiglia che vive a Milano, non sarà però semplice e non solo per la confessione tardiva che Costanza dovrà fargli, ma soprattutto perché il suo ricordo riaccende in lei un fuoco che non l’aveva mai abbandonata da quel weekend conturbante a La Valletta. Costanza riuscirà, comunque, a contattarlo – sebbene ormai promesso sposo ad un’altra – ma questi dopo lo shock iniziale si dimostrerà disponibile e premuroso con Flora oltre ogni rosea aspettativa. Ma l’apparente mènage a trois – per una come Costanza, abituata a fare le scelte per sé e per la piccola senza l’aiuto di nessuno – risulterà ben presto un impedimento più che un vantaggio; il tutto tra sentimenti repressi e altalenanti, battibecchi sempre dietro l’angolo e una complessa triangolazione Verona-Milano-Venezia.
Di pari passo scorrono le vicende professionali della ‘rossa’, che dopo le iniziali reticenze cede lentamente al fascino della paleopatologia che la porta a risolvere continui e diversi misteri legati a resti umani antichi rinvenuti – come una treccia di capelli forse appartenuta ad una figlia di Federico II. Alla fine del suo incarico di ricercatrice, l’assunzione da parte di una clinica di Venezia come anatomopatologa sarà per lei quasi un motivo di tristezza, tanto da cedere immediatamente alle lusinghe dei colleghi Ans e Sarah per una collaborazione ad un nuovo ed intrigante caso di paleopatologia che si svolgerà proprio nella Serenissima.
Con uno stile brioso, ironico e avvincente, la trilogia di Alessia Gazzola scorre come un fiume in piena, con una narrazione leggera capace di trattare temi profondi ed estremamente attuali in un mix di generi ‘giallo-rosa’ con commistioni tipiche del romanzo storico che ne fanno una lettura originale, godibile e davvero irrinunciabile.
