Ecco cosa ha detto la Rai in risposta al dossier di Rsf.
“In riferimento al report Pressure on Public Media pubblicato da Reporters Sans Frontières (RSF), Rai esprime sorpresa e rammarico per il contenuto del paragrafo dedicato all’azienda italiana del Servizio Pubblico. Il report, pur affermando di voler affrontare un tema di rilevanza quale l’indipendenza del Servizio Pubblico, si distingue per impostazione metodologica fragile, affermazioni non circostanziate e contenuti distorti. Il ricorso a fonti anonime e la totale mancanza di verifica e confronto con RAI compromettono la credibilità complessiva del rapporto.
Uso di fonti anonime e mancanza di confronto
Il ricorso a fonti anonime e l’assenza di un qualsiasi confronto con RAI rappresentano un limite metodologico rilevante. Nel giornalismo d’inchiesta, cui RSF dichiara di ispirarsi, l’anonimato delle fonti è ammissibile solo in presenza di un fondato rischio per l’incolumità
della fonte stessa e sotto responsabilità diretta di una direzione editoriale. Le gravi accuse formulate dal report, prive di riscontri documentati e/o basate solo su articoli di stampa, appaiono ancora più ingannevoli in assenza di un confronto con l’azienda Rai che mai i
redattori del report hanno richiesto, mostrando quindi una chiara volontà di costruire una narrazione a senso unico, priva di punti di vista altri o possibilità di smentita. Tralasciando alcuni giudizi di tipo ideologico contenuti nel rapporto che attengono ai redattori del documento, Rai ritiene pertanto di specificare affermazioni non veritiere relative ad alcuni accadimenti descritti nel rapporto. 1. Il caso Scurati: nessuna censura La ricostruzione di RSF sul caso Scurati ignora completamente le risposte già rese pubbliche nel 2024 dagli allora vertici aziendali davanti alla Commissione Parlamentare di Vigilanza, nonché i risultati dell’audit interno congiuntamente avviato. Tali elementi hanno
escluso con chiarezza qualsiasi intento censorio da parte di Rai nella mancata presenza dello scrittore, evidenziando invece problematiche operative e comunicative in relazione alla richiesta della partecipazione dello stesso a titolo oneroso. Sorprende che nel rapporto
di RFS non si faccia alcun riferimento a tutto questo. Durante l’audizione dell’8 maggio 2024 davanti alla Commissione di Vigilanza, la
Presidente della Rai Marinella Soldi, (oggi nel Board BBC) ha affermato: “Non possono essere attribuiti intenti censori al vertice aziendale”; e nella stessa seduta l’Amministratore Delegato Roberto Sergio ha dichiarato: “Non è stata negata né la partecipazione dell’ospite, né la lettura del monologo…: non è stato annullato un contratto, si è detto che non doveva essere a titolo oneroso”. Va inoltre ricordato, a riprova dell’assoluta mancanza di censura da parte di Rai nei confronti del monologo dello scrittore Antonio Scurati preparato per il 25 aprile, che dopo la rinuncia dello scrittore a partecipare gratuitamente, quello stesso testo fu letto dalla conduttrice della trasmissione “Chesarà…”, Serena Bortone, nella puntata del 21 aprile 2024. Inoltre nelle settimane e nei mesi successivi lo scrittore Scurati è stato più volte ospite di
trasmissioni Rai, e sue interviste sono state mandate in onda in diversi servizi televisivi e radiofonici. Di seguito le presenze più indicative:
– Il 21 aprile stralci dell’intervento di Scurati a “La Repubblica delle Idee” sono stati riproposti in alcuni servizi dei tg e gr Rai.
– Il 25 aprile è stato ripreso il suo intervento sul palco della manifestazione di Milano in alcuni servizi Tg e Gr Rai
– Il 12 maggio si è parlato della sua partecipazione al Salone del libro di Torino in alcuni servizi Tg e Gr Rai
– Il 2 giugno è stato intervistato dalla Tgr Emilia-Romagna e dal Tg3 nei servizi sulle iniziative del Museo Cervi
– Il 10 giugno è stato citato da Fahrenheit (Rai Radio3) su Matteotti
– Il 17 giugno servizi nei tg e nei gr rai sull’onorificenza assegnata dalla Francia; “Pagina 3” ha letto stralci del suo discorso fatto a Parigi
– Il 24 giugno il Tg3 lo ha citato in un servizio sulla lettera degli scrittori sul “Caso Saviano/Francoforte”
– A settembre citato nei servizi dedicati alla presentazione della serie tv a Venezia tratta dai suoi libri
– 16 ottobre intervistato alla Fiera di Francoforte (Gr1, Gr3 e Tg3)
– 19 ottobre intervistato da PrimaFila (Rai Radio1)
– 20 ottobre intervistato da Tg2 Mizar
– 27 ottobre intervistato da Tg1 Libri
– 1° novembre ospite del talk di Rai3 “Il Cavallo e la Torre” condotto da Marco Damilano
– 7 novembre ospite del programma di Rai3 “Splendida Cornice” condotto da Geppi Cucciari
Dal 21/04/2024 ad oggi, il catalogo multimediale Rai, restituisce 380 titoli/trasmissioni/edizioni TG/GR in cui è stato nominato lo scrittore “Antonio Scurati” è stato citato o era presente negli spazi radio e tv di Rai.
Va inoltre segnalato che, a differenza di quanto riporta il documento di RSF, lo sciopero indetto da uno dei sindacati dei giornalisti, nel maggio del 2024, non è stato “scatenato” dalla presunta “censura dell’intellettuale antifascista Antonio Scurati, la cui apparizione su uno dei canali del gruppo è stata bruscamente cancellata” ma, come altre volte in passato, da legittime rivendicazioni sindacali rispetto a questioni organizzative del settore giornalistico nel pieno rispetto della dialettica tra azienda e sindacato. Cdr e fiduciari del sindacato avevano infatti già proclamato lo stato di agitazione ed un pacchetto di 5 giorni di sciopero, il 17 aprile, cioè ben prima del caso Scurati. Solo successivamente la vicenda fu aggiunta fra i motivi dello sciopero che alla fine ha interessato una sola giornata (e non le 5 preannunciate) e ha visto un’adesione del 56% del totale dei giornalisti Rai.
2. Il caso Ranucci e la libertà editoriale di “Report”
La convocazione del vicedirettore Sigfrido Ranucci da parte della Commissione Parlamentare di Vigilanza è stato un atto istituzionale (peraltro consueto) che è rientrato nelle funzioni di verifica e controllo della Commissione stessa. Nel suo Regolamento è previsto infatti che “per l’adempimento dei suoi compiti la Commissione può invitare il presidente, gli amministratori, il direttore generale e i dirigenti della società concessionaria e, nel rispetto dei princìpi regolatori delle indagini conoscitive della Camera e del Senato, quanti altri ritenga utile; può altresì, chiedere alla concessionaria l’effettuazione di indagini e studi e la comunicazione di documenti, dati e informazioni”.
Non c’è una regola al limite di audizioni che la Commissione (organismo istituzionale di emanazione parlamentare) ha il diritto di fare nel corso del suo mandato. Tali audizioni sono piuttosto ricorrenti e possono riguardare episodi specifici o rappresentare momenti di
confronto più ampio tra i commissari e le diverse figure della Rai.
3. Scelte editoriali e pluralismo dell’informazione
Le affermazioni secondo cui la copertura di RAI risponderebbe a indirizzi politici risultano infondate e basate su retroscena giornalistici piuttosto che su dati di fatto. Ancor di più lo è l’assunto secondo il quale le cose sarebbero, in questo senso, andate peggiorando negli ultimi anni. L’insieme della programmazione RAI testimonia ogni giorno, nei telegiornali, nei programmi di approfondimento e nella programmazione culturale, il pluralismo dei punti di vista: ne è riprova la scelta degli argomenti, la varietà delle sensibilità culturali di
giornalisti, conduttori e autori e la presenza di ospiti rappresentativi di tutte le posizioni politiche. Questo è confermato dai dati rilevati da istituti terzi come l’Osservatorio di Pavia e AGCOM (Agenzia Garante delle Comunicazioni). I dati di sintesi del monitoraggio del pluralismo politico per il 2024 e per il primo semestre 2025 elaborati dall’Osservatorio di Pavia certificano che, sul totale delle tre testate
principali Rai (Tg1, Tg2, Tg3), si è riscontrato un sostanziale equilibrio tra opposizioni e forze di maggioranza. Inoltre su tutte e tre le reti generaliste (Rai1, Rai2, Rai3), negli spazi di approfondimento giornalistico i partiti di opposizione hanno ricevuto uno spazio superiore a quello dei partiti che sostengono l’attuale Governo. A proposito del monitoraggio del pluralismo politico e delle osservazioni del report,
segnaliamo il parere richiesto da Rai al Direttore dell’Osservatorio sulla comunicazione politica di Pavia, Prof. Vittorio Cobianchi: “I dati confermano una distribuzione equilibrata degli spazi informativi, in linea con i criteri definiti da AGCOM. In particolare, nei programmi di approfondimento informativo le forze di opposizione hanno registrato, complessivamente, nel primo semestre del 2024, il 43% del tempo di parola. Inoltre, nel periodo per il quale si producono i dati, l’Autorità garante non ha rilevato nessuna violazione delle norme sulla par condicio da parte della RAI, né al di fuori delle campagne elettorali, né all’interno dei periodi regolati dal regime di par condicio elettorale.
Si rileva, dunque, che le valutazioni espresse nei due report in esame sono di natura prevalentemente qualitativa e non accompagnate da indicatori comparabili con le rilevazioni ufficiali di AGCOM o con quelle interne dell’Osservatorio di Pavia”.
4. Il ruolo della RAI come Servizio Pubblico
RAI è una delle maggiori aziende culturali europee, sostiene l’intera industria dell’audiovisivo italiano (Cinema, Fiction, Animazione e Intrattenimento); produce la maggior quantità di ore di trasmissione in Europa e ha il maggior numero di canali digitali e radiofonici tra i broadcaster pubblici europei, oltre alla piattaforma RaiPlay che, con oltre 23 milioni di account, raccoglie più della metà della digital audience italiana. Rai opera a pieno titolo in un mercato radiotelevisivo libero e competitivo con gli altri player privati e rimane leader degli ascolti televisivi in Italia. Rai è inoltre impegnata in un percorso di trasformazione digitale e sostenibilità economica al servizio della crescita sociale e culturale della Nazione. È soggetta al controllo del Parlamento, della Corte dei Conti e delle autorità europee in materia di trasparenza e concorrenza. Il Report di RSF trasferisce un’immagine denigratoria e lesiva per l’Azienda lontana dalla realtà.
Conclusione
RAI riafferma il proprio impegno a garantire un’informazione indipendente, plurale e di
qualità, ispirata a criteri editoriali solidi e a standard professionali rigorosi.
L’Azienda si riconferma disponibile a un confronto con RSF aperto e trasparente, fondato
su dati verificabili, fonti qualificate e metodologie corrette. La libertà di stampa si difende
anche con l’esercizio della critica responsabile e non ideologica.
