Un ragazzo di quindici anni ucciso nell’ azienda agricola del padre a Chiaramonte, nel ragusano, schiacciato da una potente macchina agricola per il fieno. Ancora un ragazzo morto in un luogo di lavoro. Le cause materiali saranno accertate dall’ autorità giudiziaria ma nel frattempo rimane la morte di un ragazzo studente per l’uso di una macchina, sotto il sole cocente dell’ agosto siciliano. Che si tratti di un familiare rende la tragedia ancora più grande, accaduta in una provincia che ha pochissimi ispettori dell’ ASL e un solo ispettore del lavoro. Tutti organi ispettivi che fanno capo alla Regione. Anche i familiari, i volontari, gli studenti nei luoghi di lavoro devono essere protetti da tutti i rischi, soprattutto perché più giovani e quindi inesperti. Chi non ha vera formazione, chi non è addestrato, non dovrebbe nemmeno entrare in un’azienda, soprattutto se familiare o studente. Se non vi sono controlli tutto diventa astratto. Ma di fronte a una tragedia di questo tipo non possiamo arrenderci all’inerzia e all’ indifferenza.
Bruno Giordano, Magistrato presso la Corte di cassazione
