Giornalismo sotto attacco in Italia

Verrà l’8 agosto e avrà i tuoi occhi

0 0

“L’8 agosto è domani. E dal prossimo 8 agosto l’Italia sarà tecnicamente fuorilegge, almeno per quanto concerne il servizio pubblico. La fonte di nomina del CdA RAI, infatti, viola pesantemente le norme comunitarie, tanto da indurre l’Unione Europea a minacciare prima e, con ogni probabilità, a sanzionare poi il nostro Paese. È un retaggio della stagione renziana ma non possiamo certo dire che la situazione con questo governo sia migliorata, specie se squaderniamo tutti i problemi che si sono aggiunti: querele temerarie, tentativi di conoscere le fonti dei cronisti, l’inaccettabile paralisi della Commissione di Vigilanza RAI, l’addio al servizio pubblico di fior di professionisti, il calo degli ascolti e il progressivo disamoramento di un’Italia che ormai, per informarsi, guarda altrove.
Per questo, stamattina, presso la sede dell’Archivio Audiovisivo (AAMOD) presieduto da Vincenzo Vita, ci siamo riuniti per ragionare su un’azione, al contempo, di protesta e di proposta.
Ringraziamo Marco Quaranta per la sua incessante azione di stimolo e apprezziamo la convergenza di PD, M5S, AVS, Più Europa, organizzazioni come la Rete #Nobavaglio, il MoveOn, l’ARCI e la Tavola della Pace, la redazione del Caffè, le giovanili di PD e AVS e tutte e tutti coloro che sono intervenuti: il prossimo appuntamento sarà giovedì 17 luglio in via degli Uffici del Vicario, con l’esplicito scopo di cominciare a redigere un testo condiviso al fine di scongiurare che a fare la parte del leone sia Gasparri, la cui proposta di legge farebbe rientrare dalla finestra i problemi che farebbe uscire dalla porta. L’idea di abbassare la soglia necessaria per l’elezione del presidente della RAI dai due terzi alla maggioranza assoluta, difatti, non ci avvicinerebbe certo agli standard richiesti dall’Europa.
Spetta, dunque, a noi scongiurare tutto questo, come hanno ricordato oggi anche Enzo Nucci e Renato Parascandolo, intervenuti a nome della nostra associazione.
Guai ad abbassare la guardia, guai a far finta che il quadro non sia drammatico e guai, soprsoprattutto, a non unire i puntini, come faremo noi di Articolo 21 presentando esposti e ricorsi alla Commissione europea per denunciare lo stato dell’arte in un Paese sempre più vicino all’Ungheria di Orbán.
L’8 agosto è domani, ribadiamo. Non possiamo perdere altro tempo né mollare di un solo centimetro. Di occasioni, nel corso degli anni, ne abbiamo mancate fin troppe, ma stavolta il rischio è altissimo. Qualora dovessimo porci definitivamente fuori dall’Europa, infatti, si verrebbe a creare un precedente gravissimo, che ci porterebbe fuori dal consesso delle democrazie occidentali e ci relegherebbe nello scantinato dei paesi da evitare. Un’Italia minore, inaffidabile, isolata, con un’informazione ridotta a megafono del potere e un servizio pubblico di fatto privatizzato: non ce lo possiamo permettere, non lo dobbiamo accettare.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.