Giornalismo sotto attacco in Italia

Quando il nemico non è più umano, ma un animale da abbattere

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Mentre la comunità internazionale assiste impotente e inerte all’escalation drammatica delle violenze in atto a Gaza e in Cisgiordania e ai massacri sistematici che avvengono nei centri di distribuzione viveri e mentre il governo Netanyahu prosegue la sistematica distruzione delle comunità palestinesi e l’Unione Europea rinvia vergognosamente le sanzioni contro Israele, oltre mille persone si sono ritrovate ieri a Trieste in piazza della Borsa per manifestare per Gaza e chiedere al Governo italiano e al presidente Mattarella di intervenire in tutte le sedi internazionali per fermare le ostilità, ottenere l’immediato “cessate il fuoco” e la liberazione degli ostaggi, ma anche corridoi umanitari protetti; garanzie internazionali per aiuti alimentari e sanitari massicci e sicuri; l’interdizione di azioni militari nei centri di distribuzione, obbligatoriamente sotto il controllo di organismi internazionali; sanzioni economiche immediate; il blocco nazionale ed europeo degli accordi commerciali, militari e di associazione con Israele; sanzioni mirate contro i coloni illegali; supporto a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, attaccata nell’esercizio delle sue funzioni.

La manifestazione è stata promossa dal “Comitato Manifestazione 27 maggio per Gaza e associazioni aderenti” e ignorata da parte dell’informazione mainstream, che in alcuni casi ha preferito dare spazio a polemiche di regime.

Tra gli interventi quello del pediatra Nathan Levi, che riportiamo integralmente:

 

Salve a tutti.

Sono ebreo. Sono nato in Israele.

Questa manifestazione per me è dolorosa. Ma necessaria.

 

Da bambino, in Israele, conobbi l’orrore della Shoah.

Pensavo che tanta ferocia appartenesse solo ai nazisti. Che fosse finita per sempre.

Mi sbagliavo.

 

Oggi il mio popolo – segnato dall’Olocausto – sta dimostrando che nessuno è immune dalla barbarie.

Gaza ne è la prova drammatica.

 

Come è possibile? Come si arriva a questo?

Le neuroscienze ce lo spiegano: il nostro cervello può abdicare alla civilizzazione.

Lo fa con il meccanismo della disumanizzazione del diverso.

Il nemico non è più umano. È un animale da abbattere.

 

Questo sta accadendo a Gaza.

Nelle menti di Hamas. Nelle menti dei governanti israeliani.

Gaza è diventata un “nido di vipere da bonificare”.

Un ministro israeliano lo ha detto: “Combattiamo contro animali umani”.

 

I palestinesi non sono persone che soffrono.

Sono “scudi umani”.

Non sono civili che muoiono. Sono “danni collaterali”.

Non sono bambini che piangono. Sono “futuri terroristi” da eliminare.

 

La disumanizzazione del nemico ci spiega il come, ma non giustifica nulla!

Non giustifica i 18.000 bambini palestinesi morti!

Non giustifica la fame, la mancanza di cure!

 

Israele sta commettendo un genocidio.

È evidente anche agli studiosi esperti, agli stessi israeliani.

I responsabili devono essere processati!

La civilizzazione ci impone di rispettare i trattati internazionali!

I trattati internazionali sono nati proprio come scudo alla barbarie che, in determinate condizioni, può infettare ogni essere umano.

 

Ma il mondo tace.

L’Occidente tace.

L’Europa tace.

Un silenzio intollerabile!

 

Molti amici della Comunità ebraica mi danno del traditore.

A loro rispondo: vi comprendo.

Voi pensate col cuore del legame con Israele.

Ma umanità significa empatia con il sofferente.

Umanità significa razionalità.

È l’uso della ragione che ci distingue dagli animali.

E alla ragione è chiaro da che parte stare.

 

Ho un sogno:

Come Israele nacque dall’Olocausto, che dal sangue di Gaza nasca lo Stato di Palestina.

In pace con Israele.

Con un memoriale per ogni innocente palestinese assassinato.

Un memoriale che il mondo civile onorerà per sempre.

Come onora lo Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto.

 

Il silenzio deve finire.

La ragione deve prevalere.

 

Grazie.

Photo Fiorella Costantini


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