Giornalismo sotto attacco in Italia

Quando chi denuncia i crimini è il colpevole

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Siamo al paradosso. Francesca Albanese, da relatrice Onu, denuncia le aziende che attivamente collaborano al genocidio di Israele a Gaza. Gli Stati Uniti, per bocca del Sottosegretario di Stato Marco Rubio, annunciano sanzioni nei suoi confronti.

Sanzioni nei confronti di una persona, non di uno Stato. Un attacco spregiudicato e violento contro una rappresentante dell’Onu. Un attacco sferrato dalla nazione più potente al mondo contro una donna coraggiosa la cui colpa è quella di difendere i diritti umani.

Il rovesciamento della realtà nei tempi bui che stiamo vivendo è completato. È colpevole chi denuncia, non chi commette i crimini. Non una parola sulla relazione dettagliata, argomentata e documentata. Solo un attacco di inusitata protervia contro chi ci ha lavorato per mesi con grande rigore.

Francesca Albanese deve essere ridotta al silenzio, all’irrilevanza. Questo è il messaggio che arriva attraverso Rubio. Un messaggio già trasformato in fatti dal governo Netanyahu che ha espulso dal suo territorio la rappresentante dell’UNRWA colpevole di aver resomeno crudele il destino dei palestinesi di Gaza.

“Le sanzioni annunciate dagli Usa contro Francesca Albanese sono un vergognoso e trasparente attacco ai principi fondamentali della giustizia internazionale”. Sono le considerazioni di Amnesty Italia. Ed è questo il punto: attaccarla per attaccare la giustizia internazionale, per attaccare il diritto internazionale considerati, entrambi, fastidiosi ostacoli ad una libertà d’azione che non vuole alcuna briglia, alcun controllo per essere libera di agire senza leggi, se non le proprie.

Sconcerta il silenzio del governo italiano che non ha speso una parola in difesa dell’italiana Francesca Albanese. Sconcerta il silenzio dell’Europa. Silenzi che chiariscono da quale parte Italia ed Europa hanno scelto di stare. E non è quella della difesa dei diritti umani.

Le aziende citate nella relazione si arricchiscono fornendo attiva collaborazione al genocidio. Una collaborazione che è complicità in un crimine contro l’umanità. Le sanzioni dovrebbero colpire Israele, non Francesca Albanese. Lo sforzo internazionale dovrebbe essere profuso verso la fine del massacro di innocenti. E invece colpisce, anche con i silenzi, chi lo denuncia.

È una deriva umana e politica senza precedenti nella quale pochi potranno proclamarsi innocenti di fronte alla storia.


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