Giornalismo sotto attacco in Italia

Le Brigate del lavoro portano diritti nelle campagne a sud di Roma

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Dentro un pezzo di pianura bruciata dal sole e dagli incendi di sterpaglie al lato dei campi rom, dall’odore acre dell’ennesimo centro rifiuti andato a fuoco, tra gli ombrelloni che proteggono le prostitute e decine di indiani in bicicletta che si ritirano dai campi, comincia un viaggio. E’ un andare diverso dagli altri, messaggero di diritti in un lembo d’Italia feroce e, per molti versi, senza dio e senza legge: la piana redditizia che va da Fondi a Pomezia, attraversa due province e rappresenta una delle peggiori sacche di sfruttamento d’Europa. Qui, da qualche giorno sta transitando il van della Cgil «Diritti in campo», con le «Brigate del lavoro», un gruppo di sindacalisti che gira per serre agricole, campagne, migliare polverose e depositi agricoli con l’obiettivo di fornire indicazioni sui diritti di chi lavora nel settore dell’agricoltura. L’iniziativa coinvolge, appunto, i territori della provincia di Latina e il sud di Roma, fino a Pomezia.  Primo round 8-13 luglio e il secondo tra il 21 e il 25 luglio.

L’iniziativa delle Brigate del Lavoro fa parte dell’attività del Sindacato di Strada, una modalità con cui la Flai Cgil opera da anni su tutto il territorio, «con il fine di contattare quanti più lavoratori e lavoratrici possibili quando escono dai luoghi di lavoro, tra i campi, nei centri urbani o nelle zone anche più periferiche in cui risiedono».

“Con Diritti in Campo, nel periodo di picco della stagione di raccolta, saremo con una presenza più massiccia del solito, e con la presenza di delegazioni provenienti da altri territori, per intensificare l’attività informativa e di sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici.  – sottolinea la Flai Cgil di Latina e Frosinone in una nota – La nostra regione vede l’agricoltura tra i settori più importanti e con prodotti di eccellenza destinati a tutto il territorio nazionale e anche all’export, tuttavia, è anche un’area in cui il settore primario è aggredito dai fenomeni di sfruttamento e caporalato. Questo nel caso dei lavoratori stranieri extra UE, significa anche percorsi fatti di ricatto e vera e propria compravendita di visti e nulla osta fin dal paese di origine.  In tal senso il tema del funzionamento del Decreto Flussi è stato più volte da noi stigmatizzato e criticato perché genera distorsioni e incrementa la filiera del ricatto e dello sfruttamento. Nel territorio che ha visto l’uccisione di Satnam, un anno fa, siamo ancora in campo per chiedere giustizia anche attraverso lo smantellamento di un mercato del lavoro che in tante, troppe realtà è fatto di lavoro nero, grigio, sottopagato, non rispetto dei contratti e della dignità delle persone.   Saremo sul nostro territorio, da Pomezia a Fondi, con le unità mobili, i volantini informativi e generi di supporto per lavoratori e lavoratrici che andremo a incontrare all’alba e al tramonto, intercettando bisogni, paure, voglia di riscatto. Le giornate saranno anche occasione di iniziative pubbliche e di incontri con le realtà associative dei vari territori”.
L’iniziativa cade esattamente nei giorni in cui è entrata in vigore l’ordinanza regionale che vieta di impiegare lavoratori che operano all’aperto nelle ore più calde, quindi è rivolta a braccianti, operai edili, rider e facchini. Si tratta, ad ogni modo, di un provvedimento che rientra solo in parte nella campagna informativa, nata in realtà per formare ed informare i braccianti sui loro diritti, andandoli a cercare direttamente nelle serre, nelle campagne e nei depositi agricoli e negli allevamenti oltre che nella vasta filiera della logistica di supporto al settore agricolo. La maggior parte dei destinatari di questa campagna informativa non può raggiungere gli sportelli sindacali fisici o non conosce affatto la possibilità di ottenere una migliore condizione lavorativa. Quello che emerge nei questionari e negli incontri non è solo il dato relativo alle irregolarità contrattuali ma molteplici storie di abitabilità delle case, accesso ai servizi, sanità, in fondo quasi un censimento sulle condizioni di vita dei braccianti. Il comparto nella sola provincia di Latina ha bisogno, per andare avanti ogni giorno, di circa 24mila lavoratori.


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