L’unione europea ha fatto sapere che il recente accordo sui dazi Stati Uniti-Europa non ha in realta’ valore legale senza un voto del consiglio europeo. E per quanto riguarda gli Stati Uniti la Costituzione attribuisce il potere di decisione sui dazi al Congresso, non al Presidente. E’ solo l’ultimo degli strappi di Donald Trump. Migranti arrestati ed espulsi violando i loro diritti fondamentali, sentenze ignorate, minacce esplicite di sostituzione del presidente della Federal Reserve, la banca centrale americana, uno degli istituti la cui indipendenza e’ gelosamente custodita dalla costituzione.
Puo’ sembrare incredibile ma nessuna di queste violazioni mette in pericolo la presidenza Trump quanto uno scandalo che a noi europei puo’ sembrare degno solo di un gossip da giornale scandalistico. Parlo del caso Epstein, il miliardario condannato per traffico sessuale di minori e morto in circostanze poco chiare in carcere a New York.
Il complottismo e’ uno dei motori piu’ potenti dell’universo MAGA (make america great again). Dall’omicidio Kennedy allo sbarco sulla luna il movimento di Trump ha sempre abbracciato qualsiasi teoria di complotti orditi dalle elites liberali e democratiche all’insaputa del popolo americano. C’e’ ovviamente una buona dose di antisemitismo e di razzismo: ogni complotto, secondo questa vulgata, e’ ordito da elites di ebrei,massoni, liberal, e razze a scelta ai danni del maschio eterosessuale bianco americano.
Trump ha promosso e incoraggiato questo insieme di teorie farneticanti e ne e’ diventato la testa d’ariete. Ora che e’ presidente il movimento gli chiede coerenza: siamo al potere , vuota gli archivi e smaschera le elites plutogiudaicomassoniche (vi ricorda qualcosa?).
Ma un conto e’ guidare un movimento di rivolta e’ un conto fare il Presidente. Cosi’ quando dal ministero della giustizia Trump ha saputo che nei files Epstein compariva piu’ volte il suo nome la volonta’ di fare chiarezza si e’ rallentata. E i suoi lo hanno considerato un tradimento. La rivoluzione che divora se stessa. Per la prima volta Trump non detta l’agenda ma deve rincorrerla. E per spostare l’attenzione dal caso Epstein aumenta il ritmo delle sue esternazioni: dal fuoco pirotecnico dei dazi all’ordine di cambiare la ricetta della Coca Cola. Ma il mondo Maga non molla. E vi si accoda quello che e’ diventato ormai il nemico numero uno di Trump : Elon Musk. “trump e’ in quell’elenco” ha twittato Musk “ e dentro c’e’ anche Bannon”. Lo scontro e’ ormai totale. La mia opinione e’ che non saltera’ mai fuori , come molti temono, o sperano, un filmato a luci rosse di Trump’ con una minorenne. Ma notizie e foto poco edificanti si. Come il biglietto di auguri di Trump a Epstein in cui si allude a segreti inconfessabili o il fatto che Virginia Giuffre’ la ragazza minorenne violentata da Epstein e offerta “in dono” a William d’Inghilterra fosse stata “rubata” da Epstein a Trump presso il cui club a Pam Beach ha lavorato per mesi.
Il presidente comincia a mettere le mani avanti. Prima non vuole rendere pubblici i documenti , poi avverte che potrebbero essere manipolati dai democratici. Una specie di “parlateci di Bibbiano” in salsa americana. Una campagna prima cavalcata spregiudicatamente da Trump ora tornata indietro come un boomerang dagli esiti imprevedibili.
