Il 25 luglio 2025, alle ore 18:00 al Corso della Repubblica a Latina, Libera Lazio e la FLAI CGIL promuovono un’azione di denuncia contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo.
Durante l’azione, ragazze e ragazzi distribuiranno simbolicamente cassette di pomodori: ad ogni pomodoro sarà legato il nome di una vittima del caporalato nelle campagne italiane. Uomini e donne uccisi da un sistema che calpesta la dignità e i diritti del lavoro per alimentare una filiera fondata sull’ingiustizia.
Alla giornata parteciperanno anche giovani volontarie e volontari del campo di impegno e formazione “E!state Liberi!” promosso da Libera Roma, testimoniando il loro impegno contro le mafie e le forme moderne di schiavitù.
La mattina dello stesso giorno, insieme alla FLAI CGIL, ragazze e ragazzi parteciperanno alle Brigate del Lavoro: un’azione di presenza e ascolto nei campi agricoli, dove incontreranno i braccianti per informarli sui propri diritti e distribuire materiali utili per il riconoscimento e la denuncia dello sfruttamento.
“Quotidianamente, assistiamo a episodi di violenza, abusi e condizioni di lavoro disumane, che colpiscono in particolare le lavoratrici e i lavoratori stranieri. Poche settimane fa abbiamo ricordato Satnam Singh, un giovane bracciante abbandonato senza soccorsi da chi lo sfruttava. – si legge nella nota della Flai Cgil – È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovendo e valorizzando modelli d’impresa etici, che rispettino la dignità del lavoro e garantiscano una giusta retribuzione e una distribuzione equa della ricchezza garantendo finanziamenti pubblici solo alle aziende iscritte alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Come Libera Lazio e Flai Cgil Roma e Lazio chiediamo con forza:
– un impegno concreto da parte delle istituzioni per contrastare il caporalato: il rafforzamento delle ispezioni nei campi e sanzioni contro chi alimenta questo sistema di violenze e sfruttamento;
– l’abrogazione di norme che criminalizzano le persone migranti e favoriscono indirettamente il caporalato e le mafie a partire dalla legge Bossi Fini. Vanno creati canali di migrazione legali e sicuri. Percorsi chiari e trasparenti che prevengano l’illegalità e lo sfruttamento. Superando la logica dei decreti flussi che si stanno rivelando un grande fallimento. Non possiamo restare indifferenti. È tempo di scegliere da che parte stare: dalla parte della giustizia, del lavoro libero e dignitoso, dei diritti per tutte e tutti”.
