Giornalismo sotto attacco in Italia

Decine di giornalisti Rai senza giusto contratto chiedono di iscriversi a Usigrai: “Aprite le porte del sindacato a precari e programmisti”

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Decine di giornalisti Rai senza giusto contratto chiedono di iscriversi ad Usigrai, lo storico e più rappresentativo sindacato del servizio pubblico che però permette l’iscrizione solo ai dipendenti Rai. In queste ore diversi precari e programmisti del Coordinamento “Programmi Rai – Giusto Contratto” che lavorano nelle redazioni di Report, Presa Diretta, Mi manda Raitre, Agorà, Petrolio (il programma di Duilio Giammaria cancellato dai palinsesti), hanno inviato una richiesta di iscrizione corredata da un parere di un giuslavorista, il professor Edoardo Ales, che appoggia il flash mob che ha l’obiettivo di denunciare un vulnus nella rappresentanza sindacale dentro la Rai: solo i giornalisti dipendenti infatti oggi possono partecipare alla vita del sindacato, mentre ne sono esclusi i precari e i programmisti, anche se giornalisti professionisti. Il 5 giugno scorso Usigrai ha firmato insieme ad Unirai un accordo che li riguarda e che porterà allo svuotamento di gran parte delle redazioni dei programmi della Rai, portando 120 giornalisti nei Tg regionali. L’accordo è stato raggiunto senza consultare i precari e i programmisti coinvolti e nonostante le loro accese proteste. Pubblichiamo il parere del professor Edoardo Ales, ordinario di Diritto del Lavoro all’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”.

Chiunque voglia aderire all’iniziativa volta a garantire la giusta rappresentanza da parte del sindacato Usigrai a precari e programmisti può scrivere una mail a programmirai.giustocontratto@gmail.com

 

 

Qui il testo integrale della lettera

Alla c.a. del Segretario, Daniele Macheda,
dell’Esecutivo
e
del Comitato di Garanzia Statutaria
USIGRAI

Roma, 25 luglio 2025

Illustrissimi/e,
in qualità di docente universitario esperto di diritto sindacale, del lavoro e di relazioni industriali, mi è stato chiesto da un numero significativo di professionisti legati da rapporti di lavoro autonomo o di altra natura con la RAI, iscritti alla FNSI (molti anche alle rispettive AA.RR.SS.), di sostenere la loro richiesta di iscrizione all’USIGRAI. Lo faccio, volentieri e pro bono, interessato come sono alla piena realizzazione del principio di libertà di organizzazione sindacale, sancito dall’art. 39 comma 1 della Costituzione e ribadito dall’art. 11 della
Convenzione Europea dei Diritti Umani. Lo faccio nell’assoluta certezza della condivisione del medesimo interesse da parte di USIGRAI, unico sindacato riconosciuto quale organismo di base all’interno dell’Azienda dall’art. 38 comma 1 lett. a) Statuto FNSI. Lo faccio consapevole della consolidata giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani, la quale, nell’interpretare l’art. 11 della Convenzione, esclude che vi sia un diritto a iscriversi a una organizzazione sindacale di propria scelta, essendo ciascuna organizzazione libera di autodeterminare le condizioni e le modalità di iscrizione (ASLEF c. Regno Unito del 27 febbraio 2007). Lo faccio, infatti, nella prospettiva di quanto disposto dall’art. 1 comma 3-bis (o 4-bis che dir si voglia) dello Statuto USIGRAI circa l’impegno a tutelare “anche tutte le/i giornaliste/i professionisti e praticanti che svolgono attività lavorativa di natura giornalistica per la Rai o aziende collegate, con contratti di
lavoro autonomo o para subordinato o qualsiasi altra forma contrattuale”. Lo faccio proprio perché la stessa giurisprudenza della Corte Europea specifica che le organizzazioni sindacali, nel decidere se iscrivere o meno un/a aspirante, devono rispettare le proprie norme
statutarie (ASLEF c. Regno Unito del 27 febbraio 2007), senza poter certo opporre l’eventuale inerzia nel definire “modalità della loro partecipazione alla vita associativa” (sempre art. 1 comma 3-bis o 4- bis dello Statuto USIGRAI). Lo faccio perché ancora la giurisprudenza della Corte Europea considera illegittima un’esclusione che risulti irragionevole o arbitraria e che comporti delle conseguenze eccezionalmente pesanti e sproporzionate per chi è interessato/a all’esercizio della propria libertà sindacale (ASLEF c. Regno
Unito del 27 febbraio 2007 ma anche Vlahov c. Croazia del 5 maggio 2022). Lo faccio perché, ribadisco, allo stato, USIGRAI è l’unica organizzazione sindacale di base legittimata dalla FNSI e l’esclusione di un/a giornalista che aspiri ad essere rappresentato/a costituirebbe una denegazione non solo dell’esercizio effettivo della libertà sindacale ma anche dei principi democratici che, ancora una volta, la Corte Europea ha affermato a tutela delle minoranze, finendo per configurare un abuso di posizione dominante nei confronti di chi non potrebbe essere rappresentato e tutelato (Vlahov c. Croazia del 5 maggio 2022). Lo faccio, infine ma non certo da ultimo, confidando nella storicamente nota attività di presidio di USIGRAI a tutti i principi che mi sono permesso di ricordare a me stesso in queste poche righe.

Con viva cordialità.

Edoardo Ales

Professore Ordinario di Diritto del Lavoro
Università degli Studi di Napoli “Parthenope

 

 

 

 

 

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