Dopo le immagini dei campi dí concentramento, la criminale follia del nazifascismo, avevamo detto “mai più”.
Ed invece rieccoci qua, con le stesse immagini.
Abbiamo perso nuovamente quel briciolo di umanità che avevamo costruito con l’orrore negli occhi, con le sofferenze degli internati nei campi di concentramento. Con quelle immagini terrificanti ed i racconti dei sopravvissuti.
Perché qui l’umanità sta morendo con quei bambini, qui l’umanità è finita nella sistemica azione di togliere il cibo ed utilizzarlo come arma di guerra. Qui l’umanità è finita, e dove non arrivano i proiettili arrivano le morti di fame.
Perché questi bambini, a decine oramai, stanno morendo mentre noi ci dividiamo sul “riconoscimento dello Stato di Palestina”.
Troppo tardi, tra poco non ci sarà cosa riconoscere.
Sarà un riconoscimento postumo. Un riconoscimento per salvare la nostra coscienza da un’umanità perduta. Come chi, all’indomani della follia terroristica del 7 ottobre che ha portato alla morte di persone innocenti, ha commentato che “Gaza va rasa al suolo come Dresda”.
Sembrava una macabra provocazione. Era l’illustrazione di un macabro programma.
Dove sono le nostre coscienze? Dove?
Toccherà a noi magari, prima o poi, e non ci aiuterà nessuno.
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei (oggi dovremmo dire i “palestinesi”), e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
