È arrivato a Napoli, nel quartiere Forcella, il nuovo monologo della giornalista e scrittrice Angela Iantosca, “Disarmare. Voce del Verbo Amare. Ovvero Spogliare l’Informazione delle Armi”.
Nella Sala Tetro Basilica di San Giorgio Maggiore (via Duomo 237A), rimasta in silenzio con il fiato sospeso sino alla fine della lettura, la giornalista ha dato voce al suo testo che vuole sollecitare una riflessione sul giornalismo, sulle ‘S’ (Sesso, Sangue e Soldi, Sport, Salute e Share…) che troppo spesso sono la vera ispirazione per i giornalisti, sui titoli e la deontologia, sulla necessità di interrogarsi in merito alla direzione di un mestiere che rischia di far arretrare sulla battaglia dei diritti. Una riflessione che parte dalle parole di Papa Francesco pronunciate in occasione del Giubileo della Comunicazione e sottolineate con forza anche da Papa Leone XIV, per arrivare agli esseri umani, Uomini e Donne, sollecitati a rispondere alla domanda delle domande: “Adamo (ed Eva) dove sei?”.
Un testo struggente in cui le parole diventano volti: quello di Salvatore, un papà carcerato che conosce il cambiamento, quello di Hamza, vittima come tanti di conflitti senza senso capaci di produrre solo dolore e sofferenza, e di Maria e Domenico, madre e figlio vittime del Kanun in Albania. Storie incontrate dalla Iantosca nel suo percorso di giornalista e, prima di tutto, di essere umano, che prendono vita inchiodandoci di fronte alle nostre responsabilità, alla necessità di una narrazione che corrisponda a quella verità che prima di tutto deve essere dentro di noi.
Dopo il monologo un toccante intervento di Mons. Doriano Vincenzo De Luca (vicedirettore del Settimanale Diocesano Nuova Stagione) che ha approfondito ulteriormente il messaggio del Papa rimandando in vari momenti al monologo appena ascoltato. D accompagnare questa seconda parte il M° Bergamasco che ha scelto due brani eseguiti con la sua chitarra.
Il pubblico, in silenzio, ha ascoltato commosso l’incontro.
