Giovedì 30 maggio è stato proclamato uno sciopero generale dal lavoro e dal consumo da parte dei sindacati di base CUB Trento e SGB Trentino, come forma di protesta contro quello che viene ormai apertamente definito un genocidio ai danni della popolazione palestinese. La giornata vuole essere un segnale forte, un interruzione della routine quotidiana per ricordare che, a tre ore di volo da noi, si sta compiendo una delle più gravi violazioni dei diritti umani della nostra epoca. Lo sciopero è sostenuto da molti cittadini ed associazioni, molti dei quali non hanno tradizionalmente rapporti con i sindacati. L’obiettivo è quello di interrompere la normalità quotidiana per richiamare l’attenzione sull’orrore in corso nella Striscia di Gaza e affermare un principio fondamentale: la difesa della dignità e dei diritti umani non è negoziabile.
Perché uno sciopero?
Perché non possiamo più continuare a vivere come se nulla stesse accadendo.
Ogni giorno da Gaza arrivano immagini e testimonianze che parlano di bambini feriti senza cure, amputazioni senza anestesia, torture inenarrabili, stupri, anziani e disabili fatti sbranare vivi dai cani, intere famiglie sepolte sotto le macerie, ospedali distrutti, fame, sete, deportazioni. Siamo anche stufi di sentire la falsa narrazione rispetto all’interesse di Israele verso gli ostaggi, utilizzati, come sta venendo utilizzata la memoria dell’olocausto, per giustificare uno sterminio. Il governo israeliano ha approvato un piano che prevede lo sfollamento forzato del 90% della popolazione di Gaza e l’occupazione totale del territorio. È un progetto dichiarato di cancellazione di un popolo.
Di fronte a tutto questo, restare in silenzio non è più possibile. E nemmeno restare fermi nella normalità.
Per questo il 30 maggio non sarà solo uno sciopero del lavoro: sarà uno sciopero totale, economico, sociale e umano.
Lo sciopero è regolarmente proclamato e coperto da CUB Trento e SGB Trentino.
Tutti i lavoratori e le lavoratrici, sia del pubblico che del privato, possono aderire, e possono aderire tutti i lavoratori e le lavoratrici che operano in provincia di Trento o sono dipendenti di enti/aziende con sede in Provincia di Trento. Non è necessario avvisare il datore di lavoro, anche se parlarne può essere un modo per spiegare le ragioni profonde di questa scelta.
L’adesione non è limitata al mondo del lavoro. Chiunque può partecipare, anche chi non ha un impiego: studenti, pensionati, disoccupati, famiglie.
L’invito è a sospendere ogni attività quotidiana: non andare al lavoro, non fare la spesa, non andare al bar, alla posta, in banca, non prelevare denaro, non utilizzare internet o social, non usare mezzi di trasporto .
È un gesto collettivo che vuole dire: oggi ci fermiamo per chi non può farlo, per chi non può più vivere.
Gli appuntamenti a Trento
Chi si trova a Trento potrà partecipare a due momenti pubblici di riflessione e presenza:
Alle 9:30 in Piazza Dante ci sarà un primo ritrovo con corteo e interventi pubblici.
Alle 14:00 in Piazza Duomo, spazio alla parola e all’ascolto, con la lettura di poesie e testimonianze dalla Palestina.
Un segno visibile di solidarietà
Tutte le persone che parteciperanno allo sciopero sono invitate ad esporre un simbolo palestinese, come un ramo o una pianta di ulivo, sulla porta di casa, sui social, o da portare con sé.
L’ulivo, pianta storica della Palestina, rappresenta il legame con la terra, la dignità, la resistenza. Proprio per questo, anche gli ulivi sono diventati bersaglio della distruzione: secondo Oxfam, solo nel mese di novembre 2024, oltre 1.450 ulivi sono stati sradicati o incendiati. Difendere gli ulivi significa anche difendere la memoria, l’identità e il futuro di un popolo.
Un’iniziativa che vuole andare oltre il Trentino
Lo sciopero del 30 maggio è nato da una lettera aperta sottoscritta da decine di associazioni, lavoratori e cittadini del Trentino e di tutta Italia che hanno chiesto ai sindacati di attivarsi.
L’adesione è in continua crescita e altre realtà sindacali e giornalistiche stanno lavorando per estendere la mobilitazione a livello nazionale.
Questo sciopero nasce in Trentino, ma non si vuole fermare qui. Già molte realtà, sindacali e giornalistiche, si stanno muovendo per estendere l’iniziativa a livello nazionale. È una chiamata alla responsabilità collettiva, al risveglio delle coscienze. Perché in gioco non c’è solo il destino della Palestina: c’è anche ciò che resta della nostra umanità.
Il 30 maggio, ognuno di noi può scegliere da che parte stare.
Fermarsi per Gaza non è solo un atto politico. È un dovere morale.
NON È UN GIORNO QUALUNQUE. È UNA SCELTA DI COSCIENZA.
Fermarsi il 30 maggio significa prendere posizione.
Significa scegliere di non voltarsi dall’altra parte.
Significa riconoscere che la libertà e la vita di un popolo non sono questioni distanti, ma ci riguardano da vicino.
A Gaza si gioca oggi la misura della nostra umanità.
