Un film sull’ascesa musicale di un giovane ed enigmatico Bob Dylan, la cui figura è ancora oggi avvolta da un’aura di mistero.
A Complete Unknown, il film del regista James Mangold (Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line, Le Mans ’66 – La grande sfida), nelle sale cinematografiche italiane dal 23 gennaio, distribuito da The Walt Disney Company Italia, racconta gli esordi sulla scena musicale di Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan, negli anni dal 1961 al 1965; un fenomeno musicale intramontabile per le generazioni che si sono succedute a partire da quegli anni.
E’ il 1961, quando un giovane Bob Dylan, non ancora ventenne, si trasferisce a New York, proveniente da Minneapolis (Minnesota), con le sua canzoni e molte idee musicali rivoluzionarie per il tempo in uno zaino, in cerca del suo spazio sulla scena musicale statunitense: non prima però di aver incontrato Woody Guthrie, un mito del folk, sua stella polare nel firmamento della musica, al quale far ascoltare alcuni brani. Un incontro che non avverrà in uno studio di registrazione o in una music hall, bensì nel New Jersey Hospital, dove Guthrie è ricoverato per una grave malattia, il morbo di Husting. Un incontro questo molto tenero e toccante in cui Guthrie, sebbene travolto dalla malattia e incapace di articolare parole e movimenti, ascolta la musica di Dylan sino alla commozione (negli anni successivi ci furono altri incontri tra i due, sino alla morte di Guthrie, intervenuta nel 1967. Guthrie ebbe una grande influenza sulla musica dei primi anni di Dylan). Nell’occasione, Dylan conoscerà Pete Seeger (tra i più apprezzati folk singer del tempo), che lo accoglierà da subito in casa propria e con il quale stringerà un forte sodalizio amicale e musicale che lo aiuterà ad affermarsi.
Il film prosegue soffermandosi sui momenti che hanno contrassegnato l’ascesa sulla scena musicale di questo giovane ed enigmatico cantautore che con il suo talento ha influenzato il corso della musica americana, e non solo: dalla recensione di Robert Shelton, del New York Times, del 1961, che lo porterà all’attenzione del pubblico, all’incontro con John Hammond, della Columbia Records, con il quale registrò il suo primo Album, 5.000 copie vendute, quindi al suo secondo Album, “The Freewheelin”, del ’63, con il quale riscosse un discreto successo sia come cantante sia come autore. La canzone Blowin’ in the wind divenne ben presto un successo internazionale e Bob Dylan divenne la figura di riferimento del nuovo movimento folk incentrato sul “Village”. Alcune star della musica di quegli anni, come Johnny Cash e Joan Baez – con quest’ultima ebbe anche un’intensa storia d’amore – divennero suoi grandi estimatori, al punto che Dylan e Baez duettarono spesso insieme sul palco, e fu proprio la Baez, molto apprezzata e amata in quegli anni, a registrare alcune sue canzoni, contribuendo al suo successo.
Gli ultimi frame del film si soffermano poi su un altro momento topico del Dylan di quegli anni: la sua partecipazione al Newport Folk Festival, dedicato alla musica folk, a Newport (Rhode Island), nel luglio del 1965 (Dylan aveva già partecipato alle precedenti edizioni del Festival negli anni ’63 e ’64), in cui, contravvenendo alle richieste degli organizzatori che pretendevano che suonasse soltanto musica folk, si esibì sul palco tenendo il suo primo concerto elettrico. La sua esibizione, tuttavia, non piacque neanche al pubblico presente il quale lo fischiò pesantemente, al punto che l’amico Pete Seeger cercò in tutti i modi di porre fine alla sua esibizione, non riuscendovi, arrivando sino ad imbracciare un’ascia con la quale avrebbe voluto tranciare i cavi degli amplificatori.
Il film si chiude con Bob Dylan, in moto sulla sua Triumph T100, all’indomani del concerto di Newport, che si allontana verso un destino che lo porterà a diventare quella icona culturale che tutti noi conosciamo.
Del resto, Bob Dylan non si è imposto all’attenzione del mondo soltanto come cantautore, ma anche come poeta, scrittore, ricevendo numerosissimi premi sia negli Usa sia negli altri Paesi, sino al più prestigioso: il premio Nobel per la letteratura del 2016.
Il film ha ottenuto 3 candidature ai Golden Globes, 6 candidature al Bafta, più numerose altre candidature di peso.
Straordinaria la performance di Timothée Chalamet, nel ruolo di Bob Dylan – ed è sempre Chalamet a cantare Dylan (Chalamet è anche produttore del film) – affiancato dai bravissimi Edward Norton, nel ruolo di Pete Seeger, Elle Funning, nel ruolo di Sara Lownds, la prima moglie di Bob Dylan, Monica Barbaro, nel ruolo di Joan Baez e Boyd Holbrook in quello di Johnny Cash.
Un film che privilegia la musica, rispetto alla storia di un uomo che per molti versi rimane ancora oggi “A complete unknown”. Una gemma preziosa che non sfuggirà agli amanti di un cantautore senza tempo, ma anche agli amanti della musica tout court.
“A complete Unknown” è: un tributo meraviglioso alla sua vita e alla sua musica” (cit. Neil Young).