Cosa sta succedendo, non mi riferisco alle vergognose azioni del Governo di destra destra, ma alla scarsa attenzione delle opposizioni, sia in Italia che in Europa sul fronte dell’articolo 21 contro il quale le destre stanno combattendo da oltre trent’anni senza rispettare il diritto dei cittadini di essere informati. Bisogna cambiare passo. La Meloni, molto distratta dai sondaggi che la mettono al primo posto tra i potenti d’Europa, dai suoi viaggi in giro per il mondo e in particolare da Musk e Trump che la considerano una di loro. In Italia, la potente, sta agli ordini del suo vice Salvini e nel Milleprologhe inserisce l’annullamento delle multe ai No vax, a chi, durante il Covid non si è vaccinato, con il leader leghista che, ai quattro venti, soprattutto a quelli dei tg della Rai, parla di “pacificazione nazionale” come se fosse in atto una guerra civile, insultando la memoria di chi è morto, con una totale mancanza di rispetto nei confronti del sacrificio fatto dal personale sanitario che in prima linea ha combattuto la malattia, vincendola, applicando semplicemente il giuramento di Ippocrate prestato dai medici prima di iniziare la professione.
Tutti distratti dalle vicende siriane e purtroppo dall’ennesima strage sul lavoro – per i leghisti è importante che le morti sul lavoro siano nella media europea – in Italia si continua a imbavagliare l’informazione dando il via libera, in consiglio dei ministri, al decreto Nordio o legge bavaglio, approvato un anno fa dal Parlamento, che vieta ai cronisti di citare le ordinanze. E’ stata completata la stretta alla cronaca giudiziaria: divieto di riportare brani testuali, intercettazioni, valutazioni, ecc. Un esempio: con questa legge in vigora, i cittadini non sarebbero stati informati sul caso Toti, il presidente della Regione Liguria che alla fine ha patteggiato una condanna di due anni per corruzione. Colpiti i giornalisti con la conferma delle sanzioni già in atto senza aumento delle pene, come era stato richiesto in un primo momento.
No Vax assolti giornalisti condannati. In Europa, nel maggio scorso, è stato approvato l’European Media Freedom Act, un nuovo regolamento sui media, in particolare l’articolo 5 impone una rifondazione del servizio pubblico: la Rai, entro agosto 2025, dovrà essere indipendente sia dal Parlamento che dal Governo (attualmente il ministero dell’Economia e delle Finanze detiene il 99,56% della proprietà, il rimanente è della Siae). La Meloni e soci, invece di fare leggi bavaglio per impedire ai giornalisti di fare il proprio mestiere dovrebbe legiferare rispondendo alle richieste dell’Unione Europea. Quello che è incomprensibile è che l’opposizione non abbia ancora denunciato questo comportamento nei confronti dell’informazione che non rispetta le direttive europee e che ricorda altri tempi.