Fiorella, la partigiana della musica

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Compie settant’anni Fiorella Mannoia: auguroni di cuore! Mai come ora, abbiamo bisogno di persone come lei. Fiorella, infatti, non è solo una straordinaria cantante, la cui carriera parla da sola, ma un’artista appassionata, una donna impegnata, una personalità che non fa mai mancare la propria voce e il proprio grido: che si tratti della pace o di Assange, di qualunque causa civile o del suo mai nascosto impegno politico a sinistra. Un’intellettuale poliedrica, dunque, sempre nel vivo delle questioni, dotata di alcune virtù ormai rarissime: fremere di sdegno di fronte alle ingiustizie, non chinare la testa, non chiudere gli occhi e non restare indifferente.
Vogliamo bene a Fiorella Mannoia per tutto ciò che ci ha regalato in tanti anni di attività ma, soprattutto, per il fatto di essere rimasta umana, di non essersi mai montata la testa e di non aver mai smesso di battersi per ciò in cui credeva e crede tuttora. Diciamo, per utilizzare un’espressione berlingueriana, che non ha accantonato “gli ideali della gioventù”, il che, in un mondo popolato di furbetti e voltagabbana, non è poco.
Non ha senso star qui a ricordare le sue canzoni: sono tante, troppe, tutte bellissime e coinvolgenti. Tanto vale, come detto, appuntare la nostra attenzione sul suo spirito partigiano, sul suo esserci sempre, sul suo non tirarsi mai indietro, sulla sua capacità di portare fin sul palco dell’Ariston i nostri ideali, rendendoli pop, e sull’umiltà con cui continua a lottare, pur avendo ormai la celebrità, i soldi e tutto l’interesse a rimanere in disparte. Ma, per fortuna, non è nella sua natura e non lo sarà mai. Fiorella esiste perché combatte, perché dice la sua, perché non ha paura e perché non si arrende. Per lei, infatti, la musica è il modo migliore per non rassegnarsi all’oscenità del mondo.
Settant’anni, e la piacevole certezza che morrebbe se cambiasse; pertanto, “sempre e per sempre dalla stessa parte” la troveremo.

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