“Oggi in Italia 22 giornalisti sono sotto scorta solo per aver fatto la scelta di informare e dire la verità”, la denuncia di Ranucci

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Importante pomeriggio, quello di venerdì 22 marzo, ad Orvieto organizzato dall’Associazione Articolo21 Liberi di con l’annunciata presentazione del libro “La scelta” alla presenza dell’autore Sigfrido Ranucci, noto giornalista di inchiesta Rai. L’incontro è stato introdotto da Giuliano Santelli che ha specificato il ruolo svolto sin dalla sua nascita dell’associazione Articolo 21 Liberi di a tutela di uno degli articoli tra i più significativi della Carta Costituzionale relativo alla libertà di stampa. “Un ruolo –  ha sottolineato Santelli – che ha portato l’associazione a schierarsi sempre in difesa del dovere di informare da parte dei giornalisti e del diritto di essere informati dei cittadini in qualsiasi momento politico e con qualsiasi governo”.
È seguito un saluto a distanza da parte di Giuseppe Giulietti. “Ricordare non è commemorare, non è compiangere ma è tracciare il futuro”. Con queste parole ha ricordato l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, i due giornalisti assassinati in Somalia le cui indagini a distanza di anni non ci hanno ancora restituito la verità sull’accaduto e sui mandanti. Sigfrido Ranucci intervistato da Guido D’Ubaldo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, e da Antonello Romano, direttore Italia in rete
Network e direttore responsabile di Tf news, si è reso disponibile più di due ore per raccontare le più significative inchieste ed esperienze lavorative, con pennellate di vita personale. “È il contesto in cui ci muoviamo – ha detto – che mi ha spinto a scrivere questo libro. Viviamo in una società malata, che ha imparato a convivere con la propria malattia. Oggi in Italia 22 giornalisti sono sotto scorta solo per aver fatto la scelta di informare e dire la verità”. Per il giornalista di Report, “fare informazione corretta, e sottolineo la libertà di informare in modo corretto, è oggi sempre più difficile nel mondo dei social”.
L’incontro, che ha visto la Sala dei Quattrocento del Palazzo del Capitano del Popolo gremita dall’inizio alla fine – presenti anche i presidi di Articolo 21 di Baschi e Città della Pieve – si è chiuso con la firma dei libri da parte dell’autore che si è intrattenuto con i lettori ringraziandoli per la loro testimonianza che dà ancora un senso al lavoro del giornalista.
(Da Orvieto News)


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