Un’informazione etica in Europa. Il modo più giusto per ricordare David Sassoli. Spunti dal convegno di Roma

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Ricordando David Sassoli in Campidoglio a due anni dalla sua scomparsa viene fuori tanto di questa Europa e di quella che verrà. Iratxe Garcia Perez, Presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, in apertura dei lavori dell’incontro  su “L’eredità di David Sassoli: un viaggio verso una nuova Europa” traccia le linee guida della giornata che riguardano da molto vicino i temi che stavano a cuore a Sassoli. Ossia: lotta per l’avanzamento della democrazia in Europa; difesa della giustizia sociale, libertà di informazione. Quest’ultimo tema ha, in qualche modo, preso il sopravvento, spinto dall’attualità delle più recenti proposte bavaglio del Parlamento italiano. E infatti nel panel dedicato al “ruolo del giornalismo moderno nel combattere la disinformazione”, moderato da Daniela Preziosi, sono emerse tutte le incongruenze della normativa già vigente e, ancor più delle modifiche, specie se poste a confronto con il resto d’Europa. “Abbiamo bisogno di regole contro la disinformazione – ha detto il segretario della Efj, Ricardo Gutierrez – ma soprattutto abbiamo bisogno di standard di moralità adeguati ai tempi, quella  moralità di cui David è stato maestro”. Poi un riferimento specifico ai social: “In Italia il 42% delle persone si informa attraverso i social e dunque la disinformazione che circola sui social è una questione rilevante. la lotta alla disinformazione è un obiettivo fondamentale in vista delle elezioni. Come sappiamo – ha detto ancora Gutierrez – l’Unione Europea ha avviato un procedimento contro “X” perché ha riportato diversi contenuti di disinformazione ma questo è solo l’inizio, poiché il vero antidoto è l’alfabetizzazione mediatica, ma soprattutto un giornalismo etico e forte in Europa”. Non è mancato un riferimento specifico alla condizione in cui versa l’informazione pubblica in Europa, appaiata ai dati di Ungheria, Polonia, Serbia, Romania. Al dibattito sul giornalismo in Europa è intervenuto anche il coordinatore nazionale dei presidi di Articolo 21, Giuseppe Giulietti, che ha ribadito : “No, in Italia il problema non è la libertà di stampa, il problema è la Costituzione e chi non la vuole applicare. Dentro la Costituzione c’è già il riconoscimento della libertà di stampa e di tutte le altre libertà. Dobbiamo essere intransigenti sui diritti ma anche sui doveri. Penso a coloro che ogni giorno fanno strage degli ultimi, dei diritti, delle donne, abbiamo il dovere di metterli alla porta, perché costoro fanno strage delle carte deontologiche , tanto care a David e dunque rispettare la sua memoria vuol dire anche questo. Come impostare una battaglia per dare continuità a David? Essere intransigenti nella difesa dei doveri. Per contrastare i bavagli non basta opporsi ma bisogna contrastare ogni minaccia. Lo ha detto Pina Picierno poco fa: in Italia ci sono decine di giornalisti minacciati dalle querele e molto spesso quelle querele arrivano da esponenti di Governo, la percentuale più alta in Europa. Vogliamo parlare delle proposte? Un parlamentare di Fratelli d’Italia ha proposto una certificazione contro le fake news. In Europa c’è già un codice, applichiamo quello! Facciamone un elemento distintivo della campagna elettorale: ‘Ce lo chiede l’Europa'”.  Nel panel sull’informazione è intervenuto Fabio Fazio a ribadire che l’intransigenza è stato uno dei valori trasmesso da David Sassoli insieme alla moderazione “che però non è rinuncia ai principi”. “Io credo – ha aggiunto – che ci sono momenti, situazioni  in cui bisogna dire ‘no’, ‘adesso basta’, perché altrimenti passa l’idea che tutto è possibile, che poi tanto passa. No, non è così”.
Tra i temi caldi della giornata quello del ruolo e del peso dei social in Europa. Il professor Romano Prodi ha fatto un lungo intervento sul potere dei grandi gruppi economici e sulla necessità di una politica”lenta” di “lungo periodo” non “con il fiato corto e in perenne campagna elettorale”.

 


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