Meloni e cartoni. La propaganda strumento dei regimi

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Negli anni Trenta Fascismo e Nazismo ottenevano la gran parte del controllo delle masse con la demagogia, che, grazie alla propaganda di regime, guidava il popolo come pecorelle. Per Hitler il ministro più influente, sino alla fine, fu Goebbles, che creava un castello di menzogne in cui imprigionare il popolo tedesco. Il fascismo non fu da meno. Basti pensare che per Mussolini: “Il cinema è la nostra arma migliore”. Il massimo si ottenne quando Hitler visitò Roma. Mussolini, per stupire l’ospite, fede ricoprire la capitale di vere e proprie quinte di cartone per far credere che tutta la Città Eterna fosse uno splendore. La finzione arrivò al culmine quando si facevano sfilare gli stessi mezzi bellici (alcuni di cartone) in varie città italiane, per far credere che l’Italia era forte e pronta alla guerra. Il conflitto e il successivo disastro furono l’epilogo della montagna di menzogne con cui il fascismo aveva ricoperto le coscienze italiane.

Anche oggi viene usato lo slogan “Piano Mattei” per promettere un nuovo rapporto con l’Africa. Rispetto alla “Faccetta nera” è un bel passo avanti, ma ci sentiamo in dovere di precisare qualcosa. In premessa, non è carino intitolare a Mattei una proposta di politica estera della destra. Anche il governo saprà che Mattei era un capo partigiano e che era suo dovere sparare ai fascisti e ai nazisti. Per poi marciare con Pertini e Longo alla Liberazione. Come non ricordare, inoltre, che la morte di Mattei avvenne per un attentato che aveva come mandanti le “Sette sorelle” USA. Il governo, che, come tutti, ha dichiarato la sua vocazione atlantica, non dovrebbe prendere a modello un nemico dell’economia USA. Tanto tempo è passato, ma ancora oggi per il petrolio si fanno le guerre.

Nel merito, le prime avvisaglie del “nuovo rapporto” tra Italia e Africa rasentano il ridicolo. Basta guardare il mappamondo per capire l’incredibilità del confronto tra noi e l’immenso continente che è governato dalle più diverse etnie e regimi. Il tutto con lo scopo apertamente dichiarato di ridurre gli sbarchi, con il metodo “Aiutiamoli a casa loro”. Una nazione, che non riesce a dare futuro a qualche milione di disoccupati italiani, non potrà certamente fare nulla per centinaia di milioni di poveri africani. Tra le altre espressioni demagogiche quella che “L’Italia non parlerà all’Africa ma ‘con’ l’Africa”. L’incontro di Roma è stato un briefing: il Meloni parlava e gli altri ascoltavano.

In una commedia di Viviani c’è il personaggio del “Guappo di cartone”. I cartoni di Mussolini sono stati ripresi dai guappi, dilaganti in politica.


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