Verità per Stefano e Luca

0 0
Il prossimo 4 gennaio sarà, finalmente eseguita l’autopsia sul cadavere di Stefano Dal Corso, l’uomo trovato impiccato nella sua cella nel carcere di Oristano sulla cui morte, tuttavia, la famiglia ipotizza ben altro scenario. Come ricordato in precedenza, si parla di un possibile omicidio: Stefano sarebbe stato, infatti, massacrato di botte per aver visto un rapporto sessuale nell’infermeria del penitenziario. Non avendo elementi in grado di provare l’una o l’altra ipotesi, ci atteniamo dal trarre conclusioni. È senz’altro un bene, però, che, dopo sette dinieghi, finalmente sia stato autorizzato un esame in grado di fare chiarezza sull’accaduto. Allo stesso modo, manterremo alta l’attenzione sul caso di Luca Ventre, l’italiano morto in circostanze misteriose mentre cercava rifugio nella nostra ambasciata in Uruguay.
Non c’è dubbio che non si possa e non si debba morire nelle mani nello Stato e, meno che mai, all’interno di un’ambasciata. Determinate pratiche, difatti, appartengono ad altre tradizioni, a paesi in cui un giornalista può essere fatto a pezzi nel luogo che dovrebbe essere più sicuro in assoluto, senza peraltro che nessun governante occidentale prenda davvero le distanze e rompa qualsivoglia rapporto con il regime che vi regna sovrano.
In Italia, ribadiamo, determinate pratiche non sono tollerabili. Pertanto, in attesa dell’esame autoptico, sospendiamo ogni giudizio. Di sicuro, qualora emergesse che si sia trattato di omicidio, saremo al fianco della famiglia Dal Corso per chiedere verità e giustizia, ben coscienti del fatto che la lotta, alla lunga, paghi sempre.

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21