Il giornalismo ancora possibile in Italia. Dibattito al Fili 2023 di Bologna

0 0

Ci sono momenti che ricuciono, rimarginano sbucciature di questo nostro mestiere impervio di cronisti in Italia. Al FILI 2023 (Festival dell’informazione libera e dell’impegno) organizzato da Libera Bologna si è concretizzato uno di quei momenti. Un pomeriggio di dibattiti su un Paese assediato dalle mafie, come ha ben dimostrato la videoinchiesta firmata da Youssef Hassan Holgado e Tommaso Panza, già vincitori del Premio Morrione dal titolo “La terra brucia”. Poi il dibattito sulla possibilità di raccontare l’Italia più difficile. Più voci a confronto sulla diffidenza che si trova quando si va a raccontare una terra che sta sotto il controllo delle mafie, dove le persone hanno paura di parlare e di chiedere aiuto e giustizia. “Se è vero che ci sono forme di riscatto e speranza è altresì innegabile che la strada è molto in salita”, ha detto Tommaso Panza. Il punto di vista dei giornalisti che stavano al tavolo organizzato da Libera coincide: ci sono vasti territori in Italia avvolti da un cono d’ombra. “La Calabria non ha più giornalisti di grandi testate nazionali sul posto – ha sottolineato Francesco Donnici, che la Calabria la conosce molto bene per essere la sua terra e perché ne segue da tempo le piaghe storiche ed emergenti –  e invece ha un gran bisogno di essere raccontata, altrimenti si rischia di lasciare quella Regione senza voce”. 

Giovanni Tizian,  giornalista de Il Domani, ha riportato l’attenzione sulle molte, troppe, azioni legali pretestuose e sempre più perniciose contro i giornalisti, spesso attuate da importanti esponenti di Governo, come sta accadendo proprio in queste ore da parte del sottosegretario Claudio Durigon.
“Non bisogna rinunciare a raccontare questo Paese e in specie i territori difficili.  – ha detto Salvo Palazzolo, cronista di Repubblica che da anni racconta Palermo, le sue contraddizioni, le sue trasformazioni  –  Io mi chiedo ogni giorno come possiamo raccontare storie e persone che non abbiamo ancora ascoltato ma che hanno storie che ci possono far comprendere la realtà”.
Per Graziella Di Mambro, responsabile legalità di Articolo 21, “è sempre più urgente trovare il modo per garantire l’agibilità dell’informazione, poiché ci sono territori effettivamente coperti da un cono d’ombra, oltre alla legislazione sempre più restrittiva sulla cronaca giudiziaria”. Il Festival Fili si è chiuso con la straordinaria testimonianza di Piero Colaprico di Repubblica che ha invitato a trovare una forma efficace di tutela del copyright sulle notizie perché “è l’unico modo per riconoscere buone inchieste giornalistiche”.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21