A Roma ancora botte agli studenti. Continua la criminalizzazione della protesta

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Ancora botte, ieri, contro studenti e studentesse. Cariche nei pressi di Montecitorio contro una generazione che continua a battersi, inascoltata, in nome dei diritti umani e di un’altra idea di mondo. Sarà ora più chiara la matrice di questo esecutivo, la sua visione della società, la sua idea di confronto, la sua apertura mentale e la sua attenzione a tutto ciò che si muove al di fuori dei palazzi.
Guai a chi se la prende con gli agenti: loro eseguono ordini che provengono dall’alto e non è nostra intenzione alimentare la ferocia che già dilaga ovunque. Non saremo mai noi ad acuire fratture sociali e tensioni fra gli ultimi e i penultimi. Ce la prendiamo, semmai, con chi ha impartito quegli ordini, oggi come ventidue anni fa, come in ogni circostanza. E ce la prendiamo con quella parte della nostra categoria che continua a invitarci ad abbassare i toni, a non esagerare, a non dire le cose come stanno; in poche parole, a non svolgere il nostro mestiere per mere ragioni utilitaristiche. Oltre a ritenere tutto ciò eticamente aberrante, pensiamo che questa pratica sia anche politicamente insulsa, non essendo l’attuale maggioranza disposta ad accettare alcuna forma di condivisione del potere.
Sorge, a tal proposito, un’amara riflessione: alla luce delle recenti condanne inflitte a vari esponenti dell’estrema destra, come sarebbero andate le cose se, due anni fa, la sede della CGIL fosse stata presidiata con altrettanta solerzia? Non insinuiamo nulla e non attacchiamo nessuno, tanto meno pregiudizialmente, ma davvero rimaniamo basiti di fronte all’inaudita furia repressiva utilizzata contro ragazze e ragazzi, considerando anche la loro buona fede e la loro natura palesemente pacifica.
Qualche tempo fa, sui social, comparve una battuta atroce ma veritiera: li stiamo abituando all'”alternanza scuola Diaz – lavoro“. E sempre lì si torna, a dimostrazione che non si può far politica senza ideologia, soprattutto quando si ha a che fare con avversari che un’ideologia, invece, ce l’hanno eccome, per quanto, a nostro giudizio, un tantino inquietante.

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