L’attualità di Simone Weil nel libro di Maria Forte presentato a Latina da Articolo 21

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Inaspettata e gradita affluenza per la presentazione del libro “Simone Weil. Umanizzare il lavoro” di Maria Forte organizzato da Articolo 21 insieme a Mad- Museo D’Arte Diffusa, la realtà culturale e associativa curata da Fabio D’Achille, presidente del Presidio di “Articolo21” a Latina. L’incontro si è svolto presso lo “Spazio Culturale” di Via Cattaneo. Un breve, incisivo excursus sulle considerazione della filosofa francese sul mondo del lavoro, su quel suo sogno/ideale del “lavoro a misura d’uomo”; l’assoluta padronanza dell’argomento da parte dell’autrice, docente di Filosofia, accompagnata da brio e disponibilità ha conquistato l’uditorio che ha ringraziato con lunghi applausi.  Maria Forte ha illustrato l’attualità del pensiero sul lavoro e la grande forza interiore e morale di una minuta e fragile donna che volle sperimentare sulla sua pelle la brutalità di un lavoro: quello della fabbrica, che rendeva “macchine” anche gli esseri umani non a caso Simone Weil amava citare il film “Tempi Moderni” Charlie Chaplin. Una donna, una filosofa che voleva giustizia e libertà per tutti coloro che ne fossero stati privati, soprattutto, voleva il diritto dei lavoratori di essere acculturati, voleva la “rivoluzione culturale” l’unica in grado di garantire un reale cambiamento della classe operaia. Voleva il diritto degli operai di pensare, di sentirsi parte di un insieme del lavoro: dall’ideazione alla confezione del prodotto pur rispettando tutte le gerarchie.

La Forte ha ricordato, che le opere di Simone Weil hanno avuto un curatore d’eccezione: lo scrittore e premio Nobel Albert Camus il quale affermava che le opere della Weil fossero fondamentali per una vera rinascita europea dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale. Maria Forte con brevi cenni ha tratteggiato la biografia della filosofa, che partecipò attivamente alla lotta per la libertà e che dopo essere stata sfollata con la famiglia anche negli Stati Uniti per sfuggire alla persecuzione nazista, fece ritorno in Europa per unirsi alla Resistenza e prima ancora aveva partecipato alla resistenza in Spagna.  Molto apprezzato l’intervento di Salvatore D’Incertopadre sul nuovo degrado dell’ambiente, della sicurezza sul lavoro e la progressiva la cancellazione, avvenuta nel tempo, dei diritti dei lavoratori, diritti guadagnati con coraggiose lotte. Un mondo quello del lavoro ben conosciuto da Salvatore D’Incertopadre già Segretario generale della CGIL Pontina, che ha raccontato questa sua lunga esperienza in un libro intitolato “Il sindacalista” con la prestigiosa prefazione di Susanna Camusso, credo, la prima donna ad essere stata eletta Segretaria Generale Nazionale della CGIL. Gli applausi hanno sottolineato la bravura dell’attore Edoardo Feola che ha scelto e curato le letture.  Puntuale intervento di Patrizia Migliozzi, portavoce di Articolo21, che ha aperto l’evento portando i saluti di Graziella Di Mambro, delegata nazionale per la legalità. Ha commentato i nuovi allarmanti dati sul lavoro resi noti dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio con l’inchiesta “Condizioni di lavoro e le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori” e, ha delineato l’impegno sempre crescente di Articolo 21 sul territorio pontino e su quello nazionale.
Maria Forte ci permette di abitare pagine vive, brulicanti di lotta e aspettative eppure intime e confidenziali: non la percepisci mai in “cattedra” bensì innamorata della forza del pensiero della “professoressa girovaga tra la classe operaia” come la stessa Weil si definì.

L’autrice, attraverso le citazioni della filosofa ebrea “sulla soglia della Chiesa cristiana”, ci guida nei meandri umani, spirituali, intellettuali del pensiero, della Weil che coltivava l’ideale di un lavoro a misura d’uomo, e illustra il grande significato che esso ha, poi sempre, rappresentato per la conquista della dignità, del diritto al rispetto dei lavoratori in quanto persone. Non possiamo non ricordare che la filosofa ha vissuto nei momenti più bui dell’Europa quello dei totalitarismi. Il libro regala una serie di “scintille” per accendere riflessioni e confronti che rendono “Simone Weil – Umanizzare il lavoro” un saggio attrattivo sia per i neofiti sia per i cultori della materia. Tra le sue pagine abbiamo trovato più di una motivazione se non vere e proprie risposte a uno dei tanti interrogativi quali ad esempio perché ad ottant’anni dalla morte della giovanissima, rivoluzionaria, pensatrice, morì a 34 anni, percorrere o ripercorrere il suo pensiero?


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