Se di un evento i media non parlano, l’evento non esiste. Anche nel 2023

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Per noi addetti ai lavori non è certo una novità. Tuttavia il caso del Covid è degno di un’attenzione particolare. Parliamo ovviamente di un evento epocale che ha segnato la storia dell’umanità. E tuttavia almeno in Italia oggi a me sembra emblematico del potere della comunicazione almeno in questo paese. Fra polemiche e sbandamenti sappiamo che gli italiani il dramma del Covid lo hanno capito, lo hanno seguito, si sono vaccinati in massa, hanno sostanzialmente rispettato le regole. Tutto questo avveniva in una situazione straordinaria non solo dal punto di vista sanitario ma anche dei media. La cittadinanza aspettava con ansia il bollettino della Protezione Civile alle 18, poi le comunicazioni delle singole regioni, controllava i siti dedicati, si scambiava informazioni sui social, al telefono, per mail. Impazzavano le polemiche sul troppo panico, sulla troppa leggerezza, i no vax e così via. E siamo arrivati al 2023, anno della fine ufficiale del Covid…ma nessuno ha fatto caso che la fine ufficiale è della pandemia da Covid, proclamata dall’OMS, non della malattia, non dell’esistenza del virus. Non interessa più nessuno perché la TV, i giornali, i siti, i social non ne parlano assolutamente più, con l’eccezione di alcune testate attente e impegnate in una sorta di informazione sanitaria che prima del Covid era totalmente assente sui nostri media. Io credo che durante questa estate ciascuno di noi conosca qualcuno che ha avuto il Covid, altri che hanno avuto tosse e febbricola ma hanno dato la colpa al caldo e ai condizionatori…a molti è capitato anche di sentirsi dire: ho fatto il tampone, sono positivo al Covid, ma sarà sbagliato, il Covid è finito! Quando è capitato all’immunologa Antonella Viola lei ha gentilmente spiegato al suo interlocutore, dentro una farmacia, che il Covid, come ogni altro virus, non “finisce” ma circola sempre però molto meno, però è meno pericoloso, però la popolazione è immunizzata..replica del suo interlocutore: ma la televisione ha detto che è finito e non ne parla più. Era anziano, certo. Ma la risposta che sembra uscita da mezzo secolo fa è la spia, il paradigma di qualcosa che spesso, ancora, i politici, gli intellettuali, la classe dirigente rifiuta: i media contano più di ogni altra cosa e formano non solo il consenso ma il sentire generale di un paese. Viviamo, del resto, in quella Italia che si è fatta abbacinare dal primo leader mediatico e populista dell’occidente, Silvio Berlusconi. Sono ormai passati trenta lunghi anni. E’ arrivato il web e tutto il resto e ancora una volta i populisti di tutto il mondo hanno usato e usano ogni anfratto di tutti i media non solo per conquistare il potere, ma per cambiare il sentire delle persone. E in questo Meloni e Salvini sono ottimi allievi di Berlusconi. Il consenso all’orrido scritto di cui da giorni parliamo ne è la conferma: se fosse stato liquidato come un delirio di una persona disturbata per la quale è efficacemente intervenuto il ministro competente forse avrebbe venduto di meno, forse non se ne parlerebbe sotto gli ombrelloni. Facciamoci dunque anche come categoria un esame di coscienza. Staccare la spina a volte nella storia del giornalismo è stata una scelta felice. Dare le notizie è un conto (e un dovere) imbastire penosi dibattiti mettendo sullo stesso piano di  professori, esperti, commentatori anche chi dice che gli omosessuali sono contro natura e non sono normali, ecco questo non è normale! Meno ancora lo è che Tele Meloni, pardon, il TG1 della Rai che tutti noi paghiamo, faccia fare una dichiarazione di alcuni minuti praticamente senza domande all’autore dell’ignobile scritto, che mi rifiuto di chiamare libro. Ma noi viviamo invece in un paese dove la spina la tengono staccata le forze politiche di opposizione. Mentre Bannon ed altri di cui non conosciamo i nomi tessono le fila si un progetto che va da Trump a Putin passando per mezza Europa, di cui valorosi giornalisti pubblicano documenti e prove (vedi Nello Scavo), abbiamo visto solo qualche non incisiva dichiarazione e qualche comunicato per mettere questo governo di fronte alle proprie responsabilità. Tutti in attesa dell’autunno. Sembra la fortezza Bastiani. Come se non sapessero che se l’opposizione non si fa vedere per i cittadini non esiste. Come il Covid.


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