Roberto Saviano, cinico bersaglio della destra

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Il programma di Roberto Saviano Insider, faccia a faccia con il crimine -quattro puntate già registrate- non sarà trasmesso dalla Rai.

L’intellettuale e saggista antimafia, che vive da anni sotto scorta per le minacce del feroce clan dei Casalesi, avrebbe dovuto riprendere la collaborazione con il servizio pubblico dove spesso è stato ospite di Che tempo che fa nella lunga stagione di Fabio Fazio. No, la destra non vuole e i vertici della Rai si piegano con complicedeterminazione al nuovo «editto bulgaro». Quest’ultima terminologia afferisce alla brutale iniziativa del 2002 in età berlusconiana. Ne fecero le spese Enzo Biagi, Daniela Luttazzi, Michele Santoro.

Ecco, la vicenda di Saviano ricorda quella stagione. Infatti, la coalizione di maggioranza – ora come allora- non tollera che ci siano trasmissioni assetate di conoscere e far conoscere i tratti più squallidi del potere, svelando i lati spesso indicibili, le cose che non si devono sapere.

Eppure, proprio il contratto di servizio tuttora in vigore che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai evoca la necessità del giornalismo di inchiesta e il pieno rispetto della Costituzione italiana, inequivoca su argomenti fondamentali come l’antifascismo, l’antirazzismo e la lotta alla criminalità. Risulta persino grottesco, dunque, farsi scudo di quel testo per coprire una vera e propria azione repressiva.

Gli attacchi a Saviano, a don Ciotti, al presidente di Articolo21 Paolo Borrometi (la Federazione della stampa si costituirà parte civile nel processo contro chi ha diffamato un altro personaggio coraggioso e scomodo) e ulteriori vicende omologhe ci raccontano che la notte è nera e profonda.

Chi si illudeva che la destra volesse sfidare il resto del mondo con le presunte contro narrazioni annunciate dal ministro Sangiuliano è stato prontamente servito. Siamo al cospetto di unsecco moto coercitivo e reazionario, mescolato al corporativismo sovranista.

Ciò che si può occupare si occupa senza remore (Rai, cinema, diversi enti e società pubblici), il pensiero critico è eversivo. L’aria serena delle destre non va scalfita neppure da un lampo o da un tuono.

I politologi chiamano tutto questo democratura. Sintesi mirabile. Vista da vicino la vicenda fa ribrezzo, perché porta indietro le lancette del tempo e -come in una dissolvenza- trasferisce il quadro odierno ad epoche che sembravano chiuse.

La Rai è sempre una prova generale, essendo facilmente esposta e visibile. L’allarme è serio. Sembra quasi che l’ostilità verso Saviano(simpatico, antipatico, ma andiamo) sia un ammonimento generale: giù la testa, i padroni del vapore non vanno ostacolati. Dissentire è pericoloso.


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