Un unico slogan ha attraversato Cagliari: “No al fascismo, no a chi attacca la Costituzione”

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Come non si vedeva dai tempi della lotta contro i governi Berlusconi, oggi a Cagliari sono scesi in piazza dai cinque ai settemila democratici per affermare la propria presenza e dichiarare ad alta voce il proprio impegno in difesa della Costituzione, il rifiuto del fascismo e di ogni autoritarismo.
Tantissimi giovani, studenti delle università e delle medie, accanto ad uno degli emblemi sardi della lotta partigiana, Antonio Lobina, di Siurgus Donigala, un paesino della Trexenta, che a 101 anni ha voluto riaffermare, camminando accanto ai ragazzi, i valori in cui ha creduto per tutta la vita, i valori che hanno portato alla lotta contro il nazifascismo, alla resistenza, alla guerra di liberazione, alla democrazia, alla Repubblica. Da segnalare, anche, la presenza di tutti i rappresentanti istituzionali, civili e militari.

La grande adesione è nata grazie al formidabile lavoro svolto dall’Anpi, dalla Cgil e da un’altra decina di associazioni tra le quali Articolo 21. Un lavoro che non è stato supportato minimamente dal quotidiano stampato della città, che non ha pubblicato una sola parola su quanto si stava organizzando in vista della grande giornata dedicata alla Festa della Liberazione. Scelta che fa il paio con il giornaliero bombardamento radiotelevisivo sulla grande voglia degli italiani di partire per il ‘ponte del 25 aprile’. Un ridicolo tentativo di allontanare migliaia di persone dagli appuntamenti che si sono tenuti in tutta Italia. Cortei, comizi, omaggi ai luoghi degli eccidi nazifascisti che si sono tradotti in qualche rapida intervista ai soliti onnipresenti  personaggi. Unica eccezione il TG3 che alle 14.20 ha finalmente mostrato le immagini dell’immensa folla che si accalcava per le vie di Milano e Roma.
La festa gioiosa di Cagliari non è stata rivolta solo contro una destra becera, ignorante, volgare, provocatrice, è stata la pubblica dichiarazione di una volontà di continuare. ‘Che il 25 aprile sia ogni giorno’ per riprendere a diffondere i grandi principi di tutela dei diritti contenuti nella Carta Costituzionale e ripetutamente violati o dimenticati. Un tempo, nelle scuole, c’era quel basilare insegnamento di ‘educazione civica’ che progressivamente è stato abbandonato e non sostituito con nulla. Oggi la difesa e il rilancio della democrazia, che viene minacciata da progetti che riguardano soprattutto l’indebolimento della funzione parlamentare e del ruolo di guardiano del potere affidato alla stampa, deve diventare un compito basilare per tutti i democratici
In Sardegna tutto questo è ancor più evidente come denuncia, in questa intervista, il coordinatore regionale dell’Anpi, Antonello Murgia.

“Per i sardi la preoccupazione per l’allargamento del conflitto in Ucraina e di coinvolgimento diretto dell’Italia è doppia. I primi obiettivi da colpire sarebbero quelli nei quali è concentrata la maggiore capacità militare del nemico.  Chi più della Sardegna con il 60 per cento delle servitù militari e con le sue tre grandi basi potrebbe essere un obiettivo da colpire precocemente? Chi più della Sardegna con la neoistituita scuola per l’addestramento avanzato di piloti da combattimento di mezzo mondo? Chi più della Sardegna dove anche quest’anno sono già iniziate gigantesche esercitazioni militari? Capisci, allora, quale importantissimo significato ha avuto la scelta di far aprire il corteo ad un lungo striscione arcobaleno con il quale si invoca Pace, Pace Pace?”

Quale la tua analisi della situazione sarda per diritto allo studio e sanità?

“E’ strettamente collegata  agli immensi investimenti destinati all’industria bellica e alle ricadute che determinano. Se stornati, potrebbero coprire  le spese per sanità e scuola e la ricaduta in questi settori, come nelle energie rinnovabili, a parità di investimenti sarebbero  molto maggiori per la comunità sarda. Per tutte queste ragioni l’Anpi Sardegna è vicina ai cittadini che attendono di veder riconosciuti i loro diritti. E perché questi diritti siano esigibili da tutti occorre innanzitutto rintuzzare gli attacchi alla Costituzione, la quale rappresenta l’assicurazione su di essi e ne è la promotrice. Attacchi spesso sgangherati come quelli del presidente del Senato”.

-Rimane da chiedersi: che fare per uscire dal momento celebrativo e trasformare tanta adesione e partecipazione in attività formative?

“Guarda, noi siamo reduci da un’esperienza molto importante che abbiamo condotto a Quartu Sant’Elena, grazie anche alla collaborazione di alcuni intellettuali e di una scrittrice. Siamo andati nelle scuole, dalle elementari alle superiori, ed abbiamo trattato i temi più importanti che caratterizzano la Carta Costituzionale. Temevamo di non ricevere ascolto attento, invece fin dai bambini, demolendo così uno dei pregiudizi che noi nutriamo verso di loro, si sono mostrati attenti e interessati. Ora riproporremo in altre realtà quella che possiamo giudicare una prova generale del lavoro che l’Anpi, in collaborazione con associazioni e privati, intende realizzare nei prossimi mesi”.

Come dire, “il 25 aprile ogni giorno”, per sconfiggere chi quotidianamente lancia la pietra e nasconde la mano, inventandosi vergognose retromarce, ma soprattutto per ricostruire quel fondamentale tessuto di partecipazione che si è perso negli ultimi decenni e che è il principale volano della vita democratica.


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