Giornalismo sotto attacco in Italia

Ogni parola della Costituzione è antifascista

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E invece sì, Presidente La Russa, l’antifascismo è nella nostra Costituzione, in ogni parola che scorre sotto i nostri occhi mentre la leggiamo. Perché la carta disegna la libertà, individua diritti universali, rende uguali i cittadini, organizza la democrazia. Quella democrazia che il fascismo aveva cancellato opprimendo e assassinando gli oppositori, istituendo le leggi razziali, fucilando ed impiccando i partigiani, massacrando civili innocenti.

Il fascismo è stato una sanguinaria dittatura e la Liberazione che celebreremo il 25 aprile è stata la liberazione da un incubo nel quale un intero paese era piombato. La Costituzione nasce sul sangue di chi ha rovesciato il fascismo ed è grave che la seconda carica dello Stato non sia capace di leggere nell’impianto dell’intera carta l’aspirazione alla libertà che il fascismo vedeva come il vero nemico del regime. Non è possibile, e mai sarà possibile, l’equiparazione tra chi per quella libertà si è battuto e chi ha difeso la sanguinaria dittatura fascista. Perché non è possibile equiparare la democrazia e un regime che odiava la democrazia.

La lotta partigiana non è un patrimonio della sola sinistra. E’ un patrimonio dei cattolici, dei liberali, dei repubblicani, di tutte quelle donne e quegli uomini di ogni provenienza politica e culturale che si sono battuti scegliendo di essere partigiani opponendosi ai torturatori e agli assassini e a coloro che hanno tradito le comunità ebraiche mandando a morire nei campi di concentramento migliaia di italiani in nome della difesa della razza.

Le parole contano, hanno un peso civile e storico. E rimettere in circolazione concetti come quello della “sostituzione etnica” è un minaccioso tentativo di rispolverare ideologie che hanno prodotto le leggi razziali. Sono una violazione dello spirito della carta costituzionale e un’insidia per la pacifica convivenza civile Ministro Lollobrigida, oltre che evidente non conoscenza della storia dell’umanità.

C’è un solo modo per celebrare il 25 aprile: respingere con forza ogni subdolo tentativo di intorbidire le acque. Il fascismo è l’antitesi della democrazia, il suo contrario, la sua negazione. Celebrare la libertà conquistata è opporsi, anche oggi come 80 anni fa, a chiunque cerchi di riabilitare il fascismo. Che non è riabilitabile e non lo sarà mai. Opporsi significa anche mantenere lucida la consapevolezza che non è affatto casuale ciò che sta emergendo nella comunicazione di troppi esponenti di Fratelli d’Italia. Le “sgrammaticature politiche”, ormai numerose, servono ad inquinare la memoria e la storia, ad appannare le coscienze specie dei più giovani.

Solo chi non ha fatto i conti con il fascismo e coltiva oscure nostalgie non ha voglia di celebrare il 25 aprile. E’ un giorno di festa per tutti i cittadini che amano la libertà e la democrazia indipendentemente dalle loro opinioni politiche. Il 25 aprile è la festa di tutti, tranne che dei fascisti.


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