Giornalismo sotto attacco in Italia

Un colpo all’aborto e un altro ai diritti. Il pessimo esempio delle Marche

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1981, maggio: chi se lo ricorda che in quell’anno ci fu un quesito referendario assurto a  spartiacque per i diritti delle donne italiane? Fu l’anno del referendum con cui si chiedeva l’abrogazione della legge che aveva legalizzato l’interruzione di gravidanza in Italia. Sono passati 42 anni e nessuno avrebbe immaginato che si potesse davvero fare un passo indietro, tornando in qualche modo alle restrizioni che, allora, erano considerate normali. Invece è ciò cui stiamo assistendo in questi giorni con il mancato rinnovo della convenzione, in essere proprio dal 1981, tra l’ospedale di Ascoli Piceno nelle Marche e l’associazione Aied, che i questo lungo arco temporale ha aiutato le donne a portare avanti la loro autodeterminazione ad abortire; lo ha fatto in modo pratico, concreto, silenzioso ma efficace, sostituendosi spesso alle carenze pubbliche poiché nella cattolicissima regione Marche ci sono ospedali dove tutti i ginecologi sono obiettori e dunque il diritto delle donne ad abortire in modo sicuro e veloce non è garantito dal sistema sanitario nazionale. Secondo i dati della stessa sezione Aied nel corso della convenzione sono stati assicurati 232 aborti volontari sui 1351 effettuati in tutte le Marche (dati forniti a Il Fatto). Cosa succederà adesso? Ad essere colpite saranno soprattutto le donne che appartengono alle fasce più fragili, le più giovani o le meno informate. Dietro la scelta di bloccare la convenzione molti temono ci sia una precisa scelta ideologica e non la volontà di risparmiare sulle spese sanitarie come sostiene l’esecutivo regionale. Il Governo in carica, di fronte a spinte anti abortiste, ha sempre detto di voler difendere il diritto delle donne a quella che resta una scelta dolorosa. Ma in realtà in Italia il servizio sanitario pubblico è totalmente nelle mani delle Regioni, che possono decidere come orientare l’offerta dei servizi e dunque sulla tutela effettiva della salute dei cittadini. L’estromissione dell’Aied dalla rete di informazione e sostegno alle interruzioni volontarie della gravidanza è senza dubbio un segnale politico che arriva quando non te lo aspetti, nel 2022, anni luce dopo l’oscurantismo che ha consentito aborti clandestini in Italia e gravi problemi di salute per le donne.


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