I diritti dei migranti e dei lavoratori sfruttati in Parlamento con Aboubakar Soumahoro

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“Portiamo questi stivali in Parlamento, gli stessi che hanno calpestato il fango della miseria. Portiamo gli stivali della lotta nel Palazzo per rappresentare sofferenze, desideri, speranze. Per chi è sfruttato e chi ha fame. Coi piedi saldi nella realtà”. Stivali sporchi di fango e pugno chiuso: entra così in Parlamento per la prima volta da deputato l’ex sindacalista Aboubakar Soumahoro, eletto con l’alleanza Verdi sinistra.
Poi rivolgendosi ai giornalisti davanti a Montecitorio, ha aggiunto: “Noi non siamo poveri, la vera povertà è quella di chi non ha mai saputo interpretare le sofferenze di chi vive fuori. Questo Paese andrà avanti se si darà dignità al lavoro, daremo rappresentanza a tutti gli artigiani, gli esercenti, a chi non ha una casa, ai giovani che vivono con ansia”. E ancora, in un crescendo di emezione, “pe le donne, per i servitori dello stato, per chi è morto per la mafia, gli schiavizzati, i giovani”. Ma la commozione arriva nel finale, parlando di “tutti gli italiani che sono all’estero, che sono scappati perché non si è dato loro la possibilità di vivere qui. Questo è quello che noi faremo”. Ma si parla anche di altri diritti: “quelli delle le persone discriminate per l’orientamento sessuale”, quelli “degli invisibili che dormono nelle stazioni e a chi non riesce a vivere da italiano, nonostante siano bambini nati qui”.

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