Fornaio si ferisce per sventare un attentato all’azienda, poche ore dopo sostituito senza un grazie

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Lui ha rischiato di farsi molto male per evitare che due bombe carta distruggessero il locale per cui stava lavorando, ma mentre era in ospedale a curarsi le ferite riportate nell’esplosione è partita la ricerca per sostituirlo. Questa storia avvenuta ad Aprilia rimanda a quanto sia considerato il valore di un lavoratore piuttosto che un altro e quanto conti spendersi per evitare una tragedia nel mondo del lavoro. I fatti sono avvenuti una settimana fa: un panettiere di 53 anni, originario del Nord Africa, stava lavorando all’interno di un forno, preparava gli impasti del pane che sarebbe stato prodotto all’alba. Erano passate da un po’ le 4 di notte quando deve aver sentito dei rumori all’esterno dell’attività storica apriliana. Qualcuno si è avvicinato alla serranda, parzialmente aperta. Non è chiaro se sia entrato per assicurarsi della presenza di qualcuno all’interno. In quel momento una persona al momento ignota ha lanciato due oggetti e si è dato alla fuga. I due oggetti erano due ordigni esplosivi, due bombe-carta; la prima sarebbe esplosa quasi subito, la seconda invece no.

Il panettiere ha notato il secondo ordigno e si sarebbe avvicinato per gettarlo il più lontano possibile. Ha allungato la mano e proprio in quel preciso istante l’ordigno è deflagrato investendolo. Nell’esplosione l’uomo sarebbe rimasto gravemente ferito ad almeno un braccio. Le due esplosioni hanno richiamato l’attenzione dei residenti. E’ stato allertato il 118 e il panettiere è stato trasferito d’urgenza al pronto soccorso della clinica Città di Aprilia. Qui è stato medicato ma le condizioni dell’arto ferito hanno reso necessario il suo trasferimento in un ospedale di Roma per un ulteriore intervento chirurgico. A quanto sembra avrebbe perso due dita e anche la mano intera sarebbe in pericolo, per questo il secondo trasferimento.

Nel frattempo sono iniziate le verifiche dei carabinieri, sono stati ascoltati alcuni residenti e sono stati acquisiti i filmati di alcune telecamere. Le prime ipotesi accreditano l’azione di un uomo solo che potrebbe essere stato aiutato da un complice per la fuga. La questione principale è il movente. Si deve capire se questo gesto sia stato diretto verso i titolari dell’attività o proprio verso il dipendente. Tuttavia sorprende ciò che è avvenuto dopo. La stessa mattina, pochissime ore dopo l’attentato, il titolare della panetteria ha inserito un annuncio urgente sulla pagina social della Federazione Italiana Panificatori in cui si chiede la disponibilità immediata di un fornaio”. Chissà se la ricerca del sostituto della vittima dell’attentato è andata a buon fine ma ciò che sorprende è il fatto che vi sia stato il benché minimo accenno al motivo per il quale l’ex fornaio non era più disponibile, ossia per il suo gesto di generosità.

Sta di fatto che ad Aprilia da anni si allunga “l’ombra cupa” delle intimidazioni ad imprenditori, amministratori locali e dirigenti comunali: nel gennaio del 2020 una granata venne “appesa” alla recinzione della ditta di auto trasporti Tesei, nel luglio dello stesso anno bruciarono due auto bus della stessa ditta, tra il 2011 al 2017 assessori e dirigenti comunali sono stati aggetto di gravissimi attentati. L’inchiesta della Dda di Roma Tritone ha colpito il clan Gallace e la locale di ‘ndrangheta guidata da Giacomo Madaffari di Anzio e Nettuno, a febbraio scorso, ha ricostruito anche i rapporti con le famiglie criminali di Aprilia in particolare i Montenero e i Forniti. Ad Aprilia opera la pericolosissima famiglia imprenditoriale-mafiosa dei Gangemi uno dei due fratelli Sergio è stato condannato, recentemente, per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Questi gruppi criminali fanno parte – a pieno titolo – del Sistema criminale di Aprilia che anche i collaboratori di giustizia Riccardo Agostino e Renato Pugliese hanno raccontato agli investigatori e ai magistrati antimafia della DDA. La città di Aprilia e le donne e gli uomini onesti attendono ora una risposta dalle istituzioni.


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