Appello per consentire al collega Franco Guarino di accedere al vitalizio della Legge Bacchelli

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Vorrei aggiornare gli amici di Articolo 21 dell’iniziativa che riguarda il collega Franco Guarino annunciata a Conselice il 30 settembre nell’ambito del “16° Anniversario del Monumento alla Stampa Clandestina e Libertà di Stampa” con Stefania Battistini, Nello Scavo, Paolo Berizzi, Giuseppe Giulietti, la sindaca Paola Pula, L’assessora Raffaella Gasparri e il sottoscritto. La nostra Associazione si fa promotrice nei confronti dei colleghi chiedendo il sostegno all’iniziativa presentata e per promuoverla presso l’Ordine dei Giornalisti, la FNSI, la Casagit: aiutare un collega colpito sei anni fa da ictus mentre stava realizzando un’inchiesta in Mali sull’Isis e Al-Qaida. L’obiettivo è di accedere al vitalizio della Legge Bacchelli per consentire a Guarino di poter vivere con dignità, come è accaduto nel 2017 con Riccardo Orioles (l’Ora di Palermo, i Siciliani, ecc.). Franco Guarino ha tutti i requisiti di “chiara fama” richiesti dalla Legge.

Franco Guarino, esploratore, reporter televisivo internazionale, inviato di guerra, profondo conoscitore di telecomunicazioni, nato a Taranto il 12 novembre 1945, per cinquant’anni ha viaggiato per raccontare molti dei fatti che sono accaduti nel pianeta realizzando approfondimenti geopolitici, culturali e scientifici, in particolare sull’origine e diffusione di malattie epidemiche e di emergenze ecologiche e climatiche, firmando numerosi reportage sui diritti umani e sui conflitti territoriali e bellici che hanno insanguinato il pianeta: Isole Falkland-Malvine, Isole Curili, Iran, Iraq, Golfo Persico, Nicaragua, El Salvador, Etiopia, Somalia, Sudan, Mali, Uganda, Ciad, Mozambico, India, Pakistan, Vietnam, Siria, Libano, Burkina Faso, Taiwan, Ex Jugoslavia, Romania, Cipro, Colombia, Magreb, Georgia, Tagikistan. Nel 1989 era a Pechino durante i massacri di piazza Tienanmen insieme all’inviato del Tg1 Federico Scianò; in Afghanistan ha preso il tè con Mullah Omar e Osama bin Laden; in Cina è stato anche a casa di Mao Tse-Tung; ha vissuto per alcuni mesi nell’Africa equatoriale a contatto con l’etnia pigmea e per anni ha raccontato e documentato per l’Onu l’estinzione di alcuni popoli: oltre agli stessi Pigmei, gli Indios, Sherpa, Esquimesi, nomadi del deserto dell’Anatolia. Per Guarino il rapporto professionale con le nazioni Unite, iniziato nel 1985, è stato molto importante, in particolare con i vari direttori esecutivi del “Dipartimento Criminalità Organizzata e Terrorismo” tra questi i magistrati Giuseppe Di Gennaro e Antonio Maria Costa e il sociologo Pino Arlacchi, perché, nel corso degli anni, ha potuto realizzare inchieste molto dettagliate sul traffico internazionale della droga. Guarino è stato un importante scalatore, anche se non ha mai voluto essere definito come tale. Nel 1978 ha raggiunto la cima del monte Everest a quota 8000 metri nella regione sud della catena dell’Himalaya, dopo aver scalato in Africa il Kilimanjaro, l’Ararat il monte più alto della Turchia curda, l’Aconcagua sulla Cordigliera delle Ande in Argentina, in Antartide a 1200 km dal Polo Sud il monte Vinson, una delle Sette Vette del Pianeta, oltre a montagne in Groenlandia, Islanda, Altaj in Siberia, la catena montuosa dei Tauri in Austria, Alpi e il monte Tirich Mir della catena dell’Hindu Kush tra l’Afghanistan e il Pakistan. Le sue imprese sono state volutamente realizzate lontano dal clamore dei media, una grande palestra che lo ha portato in tutti i continenti a conoscere realtà socio-economiche diverse tra loro, che lo hanno aiutato a diventare uno dei più importanti reporter italiani. È stato, come dimostrano le tante ore di reportage, un precursore della professione: solo, con la telecamera sulla spalla e la macchina fotografica al collo in giro a documentare i fatti mentre accadevano. Sempre per alcune Agenzie delle Nazioni Unite ha percorso itinerari lungo i più grandi sistemi fluviali: Nilo Bianco e Azzurro, Niger, Rio delle Amazzoni, Mississippi, Rio della Plata, Tigri e Eufrate, Yangtze in Cina, Brahmaputra che nasce nel Tibet sud-occidentale, Indo, Mekong, Amu Darya partendo dalla sua sorgente nel Pamir, Kabul, Gange, raccogliendo documentazioni socio-geografiche in particolare lungo le antiche vie commerciali e i percorsi creati dai primi esploratori. Nella sua lunga carriera ha partecipato e guidato diverse spedizioni scientifiche (alcune con Jaques Cousteau): nel Mar Mediterraneo con uno speciale battello-gommone per 8000 chilometri, nel mar dei Caraibi ha compiuto rilevazioni sull’inquinamento marino e sulla biosfera; nelle regioni Artiche, Antartiche, Groenlandia, nei deserti Sahariano, dei Gobi in Mongolia, Atacama in Sud America ha compiuto ricerche etnografiche ed ecologiche. Nel 1981 Guarino inizia la collaborazione con la Rai Radiotelevisione Italiana, in particolare con gli Speciali del Tg1 e Tv7 e con l’amico Roberto Morrione, che poi Guarino, pur mantenendo la collaborazione con gli Speciali, seguirà nei vari spostamenti tra Tg3, Tg2, Rai International, infine nel 1999 a RaiNews24 quando Morrione diventa direttore della testata. Tra il 1981 e il 2016 Franco Guarino ha lavorato, oltre alle testate citate, per il Telegiornale Scientifico Leonardo, di cui è stato uno dei fondatori, per Rai1 e per Rai3 collaborando nel 2007 con Enzo Biagi e Loris Mazzetti nell’ultima trasmissione del grande giornalista: RT Rotocalco Televisivo. Per la Rai l’esploratore-giornalista ha realizzato reportage da tutto il mondo, in particolare nelle difficili regioni di guerra e nei territori gestiti dalla criminalità organizzata transnazionale. Tra gli ultimi lavori: i documentari tv dedicati alla vita e alle imprese dei navigatori e esploratori italiani, allo stato ecologico del pianeta, ai cambiamenti climatici, al nomadismo, alla Cina e all’estremo Oriente. Ha seguito le orme di Abramo nel suo viaggio biblico e ha raccontato la storia della ricerca dello scienziato evoluzionista Charles Darwin. Tutto questo sottolinea quanto è stato importante il lavoro giornalistico di Franco Guarino e quanto lustro ha dato alla professione e alla conoscenza. Purtroppo nel 2016 mentre era in Africa, nel Mali, durante la realizzazione di un reportage sui gruppi terroristici dell’Isis e di Al-Qaida impegnati nel riorganizzare il Califfato Islamico, Franco, dopo essere stato minacciato di morte, è stato colpito da un ictus e nel corso degli anni ha subito una ricaduta che lo ha lasciato lucido mentalmente ma fisicamente non autonomo: si muove con grande difficoltà e vivendo da solo ha la necessità di un’assistenza quotidiana. Sopravvive con una pensione, comprensiva di una quota di accompagnamento, di circa 1200 euro al mese non sufficiente a dargli la possibilità di quella vita dignitosa che, dopo tutto ciò che ha realizzato, meriterebbe. Il suo curriculum gli dà il diritto all’attestazione di “chiara fama” per meriti professionali e per aver, con il suo lavoro, rappresentato degnamente l’Italia. Dare a Franco una tranquillità economica (come è avvenuto per il giornalista Riccardo Orioles con la legge Bacchelli) gli consentirebbe, oltre a vivere con maggior dignità, di continuare a fare attività divulgativa partecipando a convegni, andando nelle scuole per incontrare studenti e docenti avvalendosi del suo sterminato archivio video e fotografico, il risultato di cinquant’anni di lavoro in parte consultabile su YouTube. Le organizzazioni che rappresentano la categoria dovrebbero intervenire a sostegno di un grande giornalista-esploratore quale è stato Franco Guarino.


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