Oggi riprende il processo a Matteo Salvini per il caso Open Arms

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Riprende oggi a Palermo il processo a Matteo Salvini per il caso Open Arms. Il senatore è imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere lasciato sulla nave spagnola della ong Open Arms 147 migranti nell’agosto del 2019, quando era Ministro dell’Interno. Nell’ultima udienza, durata 12 ore, c’è stata un ricostruzione dettagliata e importante dei fatti. Uno dei testi, il direttore sanitario dell’ospedale di Licata dell’epoca, Vincenzo Asaro, ha riportato in aula le condizioni in cui furono trovati i migranti soccorsi nel Canale di Sicilia dalla nave della Ong: «Il protrarsi della loro permanenza a bordo della nave rappresentava un fattore di rischio elevato del peggioramento della loro salute psicofisica. Li trovammo sul ponte, erano più di un centinaio. Mancava loro tutto”. In questa storia si sta accertando molto di più della responsabilità penale, si tratta di ricostruire cosa accadde quell’estate, come vennero trattati gli esseri umani da una importante istituzione italiana in un momento in cui contava più mostrare i muscoli che salvare vite umane. Le parti civili al processo sono 23, tra cui la ong che aggiorna sul proprio sito sull’andamento del procedimento. La sequenza di quei giorni resta impressionante: tra il primo e il dieci agosto del 2019 vennero tratte in salvo 163 persone, ma il Ministero dell’Interno emise un decreto di ingresso nelle acque territoriali italiane e per tale ragione la nave fu costretta ad attendere 19 giorni in mezzo al mare prima di ottenere l’ingresso in un porto.
(Nella foto Matteo Salvini con il su avvocato Giulia Bongiorno)

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