Giornalismo sotto attacco in Italia

La tessera ad honorem per Andy Rocchelli: un altro tassello per chiedere verità e giustizia.

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La frase più toccante è arrivata alla fine, quando si spegnevano le luci delle telecamere: Elisa, la mamma di Andy Rocchelli, si rigira tra le mani la tessera da giornalista in suo onore, guarda dritto Riccardo Sorrentino, presidente dell’Ordine lombardo e gli dice: “questa la regalo al figlio di Andy per il suo compleanno”. Qualcuno seduto al tavolo domanda: “quand’è il compleanno del bambino?”. Ed Elisa risponde: “compie 11 anni il 24 maggio”. Gelo. Perché il 24 maggio è anche il giorno in cui il padre, Andy Rocchelli, è stato ucciso in un’azione di guerra in Ucraina.

Si sa, le cerimonie per dare dei riconoscimenti postumi sono inevitabilmente tristi, perché ti sbattono in faccia domande inutilmente dolorose: perché si trovava proprio lì? si poteva evitare? abbiamo fatto abbastanza per la vittima? Ma la decisione dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia – in concerto con il sindacato – di dare la tessera ad honorem a Andy proprio in questo momento storico permette di rispondere a tutte queste domande.

Sì, il fotoreporter Andrea Rocchelli e il suo amico e traduttore Andrej Mironov erano nel posto giusto. Raccontavano una guerra sporca, fatta di eserciti e milizie, di estremisti nazionalisti e di famiglie che si nascondevano nelle cantine.

Si poteva evitare? Da molti anni non c’è più la demarcazione del fronte come nelle guerre del passato: un’ex fabbrica, un boschetto, un’antenna televisiva, gente in divisa, milizie in borghese, armi pesanti, tutto è confuso, incerto, rischioso.

È stato fatto abbastanza per la vittima? Insomma… Quand’era in vita non aveva la tessera da giornalista eppure faceva il fotoreporter. E lo faceva bene. Peccato che i giornali lo pagassero una miseria. “Andy era uno dei tanti invisibili – ammette Riccardo Sorrentino – che l’Ordine non riesce ancora a rintracciare”. Si avvicina, con il garbo che la contraddistingue, Elisa, la mamma di Andy e aggiunge: “speriamo che questa tessera rappresenti anche un impegno a combattere l’impunità per chi uccide i giornalisti”. Perché questo è, in fondo, il messaggio più forte che l’iniziativa dell’Ordine lombardo implicitamente manda: “questa tessera è un rilancio – dice Beppe Giulietti, presidente della Fnsi – significa schierarsi al fianco dei Rocchelli, prendere le inchieste giornalistiche di Rainews24 che svelano nuovi particolari sul suo omicidio e portarle alle più alte autorità italiane perché chiedano all’Ucraina di dire finalmente la verità”.


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