Diciamolo chiaro a Minzolini…

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Augusto Minzolini, giornalista notissimo, ha chiesto agli altri ospiti della trasmissione di Lucia Annunziata di domenica scorsa 16 aprile perché mai dovrebbe essere considerata un disastro l’elezione di Silvio Berlusconi  al Quirinale. Dimostrando di stupirsene.

Si stupirà ancor di più, penso, apprendendo che un mio amico, austero signore, che a settant’anni ancora studia intensamente per capire come vanno le cose del mondo, ha detto, un po’ per scherzo ed un po’ sul serio, ad un     suo  figlio che  al termine di un viaggio in Papuasia è in procinto di rientrare a Roma, di aspettare qualche giorno, perché, dovesse mai essere eletto Berlusconi a Capo dello Stato, lui – il mio amico – lo avrebbe raggiunto.

Ma perché stupirsi  della reazione del mio amico? Basta riflettere.

Com’è  possibile  pensare che sia adatto a sedere al Quirinale una persona che, da Presidente del Consiglio si vantava di “non mettere le mani nelle tasche degli Italiani”. Potrebbe sembrare una cosetta da niente, una battuta spiritosa. Ma Non è così Pronunciando quella frase, con l’aggravante di dirla da Presidente del Consiglio dei Ministri, Berlusconi ha affermato e fatto entrare nel senso comune  che le imposte –  di solito denominate indiscriminatamente tasse – siano un furto operato dallo Stato ai danni dei di cittadini e cittadine. Come  se vivessimo  da sudditi tiranneggiati da un despota e non da libere cittadine e cittadini in uno Stato Democratico, tenuto a realizzare  vincoli di solidarietà e condizioni di eguaglianza fra tutto il Popolo come stabilito dalla Costituzione. E come potrebbe farsi ciò senza chiamare tutte e tutti a dare il proprio contributo al bene comune in misura   tanto maggiore (progressività) quanto più  se ne abbia la possibilità? Come per l’appunto è stabilito dall’art. 53 della Costituzione. Scardinato  che fosse questo principio  dalla coscienza dei cittadini e delle  cittadine,come Berlusconi reiterando quella frase direttamente e per il tramite dei suoi accoliti  tende a fare, verrebbero   meno le fondamenta  della convivenza del Popolo Italiano,  che sono appunto la solidarietà e la tensione verso l’eguaglianza.

Come  dunque potrebbe affidarsi la custodia e la tutela della Costituzione  ad un personaggio che scambia per taccheggio il pagamento delle imposte,   per di più in un paese, ahimè il nostro, nel  quale c’è già una pletora di malfattori che, evadendo il fisco,  truffano all’altra parte della popolazione un centinaio di miliardi ogni anno?

No, non è possibile. Non è lecito.

La Costituzione, inoltre,  prescrive  all’articolo 54 che i <cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore>. Dell’osservanza di tale fondamentale obbligo Berlusconi ha dato numerose ed inequivocabili dimostrazioni da Presidente del Consiglio. Come quando una sera, forte del prestigio e dei poteri di Capo del  Governo, telefonò al funzionario  di servizio della Questure di Roma per informarlo, mentendo, che l’avvenente ed esotica fanciulla fermata dalla Polizia fosse la nipote del Presidente  Mubarak e si rischiasse quindi un incidente diplomatico. In realtà la giovane e sventurata donna non era che un’abituale commensale delle “cene eleganti” che Berlusconi soleva offrire nella sua residenza romana ai propri  amici, “tutto compreso” spese esenti. Non vi sono  dubbi quindi   in quale  alta considerazione   avesse  la propria carica  e quanto rispetto avesse sia  per quella di “funzionario di turno” della Questura della Capitale di Italia, sia della persona che ebbe la mala sorte di ricoprirla in quella circostanza.

Quale rispetto poi Berlusconi abbia  delle Istituzioni e come se ne sia servito, anziché servirle, lo si è visto più volte. Ad esempio quando, ha impiegato la forte presenza parlamentare del partito che aveva lui stesso fondato, nonché altri affiliati alla sua  personale causa,  per ottenere  il varo delle note “leggi ad personam”.

Basterebbero queste prove, senza   far nemmeno menzione dell’enorme questione dei  conflitti di interesse, delle più che note sue vicende giudiziarie,quali condanne, affidamento ai servizi sociali e  i non smentibili rapporti con la mafia, per affermare che  Silvio Berlusconi  è costitutivamente inadatto  a ricoprire la più alta carica dello Stato. Si può anzi tranquillamente sostenere che il suo profilo è esattamente l’opposto di quello adatto a tale funzione.

Si può dunque  concludere senza ombra di dubbio, dottor  Minzolini,    che una sua malaugurata elezione al Quirinale sarebbe davvero un disastro: un trionfo per gli evasori fiscali ed un oltraggio per la gran parte  del Popolo Italiano.

Oltraggio che, come il mio caro amico di cui ho fatto cenno all’inizio, neppur’io sono disposto a sopportare.  Ho un figlio all’estero anche io: a Cuba. Lui e la moglie sarebbero lietissimi di accogliere mia moglie e me  e  a noi  non dispiacerebbe  andarci. C’è   un ostacolo: l’età. A ottantadue anni lei e novantuno io,  non possiamo imbarcarci a cuor leggero per un viaggio aereo di 11 ore. Abbiamo perciò optato, in caso di disastro, per un trasferimento assai più breve, di qualche chilometro soltanto. Di quanti ne distano da casa nostra alla Questura di Roma per restituire all’apposito Ufficio i nostri passaporti in segno inequivocabile di non riconoscere in quel malaugurato caso  come Capo del nostro Stato  chi avrebbe il profilo per fare  altro nella vita ma non il Capo dello Stato della Repubblica Italiana


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