Pnrr, occasione per la rinascita e per il contrasto alle mafie. Partendo da Ostia

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Il Piano Nazionale di ripresa e Resilienza rappresenta uno strumento per lo sviluppo e il cambiamento economico e sociale del nostro paese. Si legge nel documento della presidenza del consiglio:” La pandemia di Covid-19 ha colpito l’economia italiana più di altri Paesi europei. Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9 per cento, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6,2

L’ Italia avrà risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi saranno sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi saranno finanziamenti in forma di prestiti a tassi agevolati. Proviamo ad ipotizzare cosa significa calare queste risorse in un territorio dove prima le cronache giornalistiche e poi le indagini e le sentenze dei magistrati ci hanno raccontato di una fortissima “cappa mafiosa”, un territorio che però ha grandi risorse turistiche, archeologiche e storiche: Ostia. Le risorse del PNRR ben potrebbero rappresentare il volano per la risoluzione degli annosi problemi dei trasporti pensiamo solamente alle criticità della linea ferroviaria che collega Ostia a Roma. Un suo potenziamento potrebbe contribuire ad una crescita del turismo sull’importante area archeologica del Porto di Ostia sia alle numerose risorse turistico e balneari presenti nel X Municipio. Un miglioramento del trasporto su rotaia potrebbe poi portare ad una riduzione dell’inquinamento prodotto dalla combustione di gas di scarico. Sul territorio di Ostia vi è poi una delle più importanti Asl del Lazio: la Rm 3. Si possono quindi prevedere numerosi investimenti sia nel campo della realizzazione di nuove strutture ospedalieri sia nel campo della informatizzazione e sia nella telemedicina. Fin qui gli elementi positivi.

Nel X Municipio sono presenti, come testimoniano molte sentenze definitive, due associazioni di tipo mafioso autoctone: il clan Fasciani e il clan Spada. Nel contempo come ha evidenziato il rapporto n V sulle mafie nel Lazio- a cura dell’osservatorio tecnico scientifico sulla sicurezza e la legalità della regione Lazio -in quel contesto territoriale sono radicati altri sistemi criminali: ad Acilia i cd Napoletani, il clan Iovine, il gruppo Guarnera e ad Ostia la consorteria degli Esposito. La peculiarità delle strutture mafiose ad Ostia è quella di aver costituito, negli anni un reticolo di relazioni con la cd area grigia dell’imprenditoria, del mondo bancaria, del mondo politico riuscendo a “penetrare” anche le istituzioni locali. Emblematiche, in tal senso, le considerazioni dei giudici della corte di assise di Roma nella sentenza Eclissi contro il clan Spada:”una capillare infiltrazione anche nei settori e dell’amministrazione e della polizia come dimostrano i dolenti episodi involgenti il dirigente del commissariato di Ostia Antonio Franco (che ha proseguito nel sostenere il sodalizio anche dopo il trasferimento ad altra sede), altri dipendenti del commissariato, i vertici del Municipio di Ostia: una infiltrazione tale da assicurare la presenza di informatori anche presso la struttura ospedaliera del Grassi, come emerso dai timori riferiti da soggetti attinti da lesioni, che hanno preferito non sottoporsi alle cure, una struttura, anche di controllo, atta ad assicurare un flusso continuo e puntuale di introiti illeciti”. In questo contesto è evidente che dovrebbero essere avviate iniziate concrete iniziative di “prevenzione attraverso la stesura appositi protocolli per la legalità tra tutte le stazioni appaltanti coinvolte negli imponenti investimenti del piano Next Generation. Si tratta di mettere in campo “un piano di salvaguardia del PNRR e delle sue risorse (parafrasando quanto sostenuto da Massimo Di Rienzo in un webinar di Formez su Anticorruzione e cultura della integrità per il governo aperto). Un forte coinvolgimento della DIA, dell’ANAC, dell’Ispettorato del lavoro per un monitoraggio sia a monte- in fase di realizzazione di procedure di gara- sia a valle dell’esecuzione con controlli mirati, continui e coordinati sui cantieri. Un tema importante è poi quello della formazione del personale delle stazioni appaltanti sia dei RUP (responsabili Unici del procedimento), sia dei DEC (direttori esecuzione dei contratti) e dei DL (direttori dei lavori). Infatti una formazione adeguata, mirata e specializzata oltre a rendere più efficiente il procedimento di appalto può favorire la prevenzione di fenomeni corruttivi, di infiltrazione mafiosa ma anche di maladministration (cattiva amministrazione).


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