Draghi inciampa nel caro bollette

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Addio ai prezzi fermi. Rincari e ancora rincari. La benzina è già aumentata del 15% dall’inizio dell’anno, la corrente elettrica del 20%. E il peggio ancora deve arrivare: il gas salirà in autunno del 30% e la bolletta elettrica aumenterà addirittura del 40%, secondo una previsione del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Non solo. Dal prossimo anno potrebbero anche salire le tasse, in particolare quelle sulla casa con la riforma del catasto. Qualcuno ipotizza anche l’introduzione di una imposta patrimoniale sui redditi più alti per far fronte all’astronomico debito pubblico italiano.

La ripresa economica internazionale s’impenna dopo la recessione economica causata dal Coronavirus, così salgono tumultuosamente i prezzi delle materie prime, in testa petrolio e gas. E i rincari dell’energia incidono su tutto: dagli alimentari ai prodotti industriali. Chi ne fa le spese sono i cittadini già stravolti dalla pandemia: lavoratori dipendenti, autonomi, precari, disoccupati, pensionati. I primi segnali si sono già avuti con i rincari dei prodotti alimentari nei supermercati e nei mercati.

Mario Draghi non ha parlato di rincari né delle bollette né della crescita delle tasse. Il presidente del Consiglio, però, ha fatto un’affermazione che ha impensierito gli italiani: occorre «prendere decisioni necessarie anche quando impopolari». È una dichiarazione di principio non legata a un oggetto specifico, ma quel richiamo a “decisioni impopolari” ha gettato un certo allarme nell’opinione pubblica.

Sarà un caso ma dai giornali sono piovute le notizie e le indiscrezioni: il governo sarebbe pronto a scaricare sulla fiscalità generale almeno una parte dei rincari delle bollette elettriche e del gas. La decisione poggerebbe anche su una considerazione: una parte dei rincari non sarebbe causata dai prodotti petroliferi ma dai costi della transizione ecologica per passare alle energie rinnovabili e alternative. Le aziende che producono anidrite carbonica (in particolare quelle elettriche) devono pagare per l’inquinamento causato, come previsto dai piani della commissione europea per abbattere le emissioni di gas a effetto serra. Tuttavia non sembra che l’ex presidente della Bce voglia diventare “impopolare” per i rincari delle bollette. Non solo. Il presidente del Consiglio ha sempre indicato la priorità della riforma fiscale (una prima parte andrebbe in porto l’anno prossimo) ma per ridurre e non per aumentare le tasse.

Finora Draghi ha goduto di un alto consenso tra i cittadini, come rilevano i sondaggi demoscopici. I risultati positivi ottenuti dal presidente del Consiglio contro il Covid e contro la conseguente crisi economica sono apprezzati. Sono apprezzati il calo dei contagi grazie alla vaccinazione di massa e la forte ripresa economica e del reddito nazionale. Il presidente del Consiglio, grazie a questi risultati positivi e al sottostante consenso popolare, ha anche potuto decidere l’obbligatorietà del Green pass per i lavoratori pubblici e privati. Dal 15 ottobre sarà necessaria la certificazione verde per lavorare negli uffici e nelle fabbriche (la misura durerà fino al termine del 2021).

È stata una decisione difficile, non scontata vista la fiera opposizione di una parte dei cittadini e di Matteo Salvini, una colonna del governo di unità nazionale. Ma alla fine il segretario della Lega si è dovuto arrendere perché anche gran parte del Carroccio (il ministro Giorgetti e i presidenti delle regioni Zaia, Fedriga e Fontana) ha detto sì al Green pass obbligatorio perché permette di “lavorare in sicurezza” e di evitare nuove, future “chiusure”.


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