4 donne uccise in 4 giorni

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Dal 10 al 14 agosto in Italia sono state ammazzate 4 donne. L’ultimo è il matricidio di Manuela Guerini di 43 anni accoltellata dalla figlia 15enne nella loro casa di Treviglio in provincia di Bergamo. Questo è l’ottavo matricidio compiuto in Italia nei primi otto mesi dell’anno: ogni mese un figlio-a ha ammazzato la propria madre.
Dal 10 al 14 agosto le altre 3 donne uccise sono state: Shegushe Paeshti di 55 anni strangolata  dal marito Shkelqim Bedelli in casa a Cazzago San Martino nel bresciano; Silvia Maneyyi (46 anni) sgozzata in auto dal compagno Nicola Stefanini (48 anni) al ritorno da una cena in un ristorante nel grossetano; Marylin Pera (39anni) accoltellata nel bagno di casa a Vigevano – provincia di Pavia -,  dal compagno Marco De Frenza di 59 anni. Più o meno nella stessa settimana sono anche avvenuti due tentati femminicidi (Palermo e Sulmona) mentre in provincia di Foggia una donna si è presentata dai carabinieri  a piedi nudi e con i vestiti strappati denunciando l’ex convivente di 36 anni  e sua madre: denuncia di lesioni personali, percosse e maltrattamenti. Alla giovane donna era stato anche tolto il telefonino per impedirle di chiedere aiuto.
Nel report elaborato dal Servizio analisi criminale della direzione della Polizia criminale sull’andamento dei reati riconducibili alla violenza di genere nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2020, confrontato con l’analogo periodo dell’anno precedente i numeri parlano chiaro: L’incidenza degli atti persecutori rivolti contro le donne ha avuto un andamento costante pari al 76% nello scorso anno, mentre nel 2020 si è passati dal 76% di gennaio, al 71% ad aprile e maggio, per poi risalire al 73% a giugno.
Oscillante nel 2020 anche la percentuale di donne vittime di maltrattamenti da parte di familiari e conviventi: dall’82% di gennaio il dato scende al 78% del mese di maggio, risalendo all’82% nel mese di giugno, mentre nel 2019 si attestava sull’83% in maniera pressoché costante.
Le violenze sessuali, dopo il periodo di lockdown, risultano in aumentano a maggio e ancora di più a giugno, restando sempre al di sotto dei dati registrati a gennaio e febbraio 2020.
Lo stesso documento attesta come il periodo del lockdown abbia  influito positivamente sul numero totale degli omicidi, ma non sugli omicidi con vittime di sesso femminile.
Perché? Una domanda a cui cerca di dare una risposta la ricerca nazionale – diventata libro “L’amore non uccide” – femminicidio e discorso pubblico: cronaca, tribunali, politiche – a cura di Pina Lalli edizioni Il Mulino. Pubblicato con il contributo del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna raccoglie la cronaca e sottopone l’analisi di oltre 400 donne uccise in Italia tra il 2015 e il 2017: i discorsi che si tengono nei tribunali, le sentenze, cosa scrivono i giornali e come se ne parla in ambito politico e sociale.
La stessa sociologa della Comunicazione all’Università di Bologna chiede: “In Italia abbiamo abolito nel 1981 le norme di giustificazione del delitto d’onore, ma – prosegue Pina Lalli –  lo abbiamo abolito dalle nostre credenze e dagli invisibili pregiudizi con cui tappezziamo le disuguaglianze di genere?”.

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