Tanto tumore per nulla

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Le morti abnormi per cancro di Taranto non bastano al Consiglio di Stato per bloccare l’area “a caldo”. Lo stabilimento può e deve continuare a produrre acciaio, al prezzo di morte, malformazioni e danni all’ambiente. Per i giudici di Palazzo Spada non c’è un pericolo aggiuntivo rispetto a quello ordinario. Come se questo fosse tollerabile e solo un aggravamento delle condizioni potesse imporre la chiusura. In realtà anche la normale gestione dell’impianto produce morte e inquinamento, come certificato da tutti gli analisti coinvolti.

Ma l’acciaio serve, ancor più ora che il suo prezzo è alle stelle. E anche quei posti di lavoro servono, perché la disoccupazione morde. Uscirne con l’acciaio “verde” per ora è poco più di uno slogan. Ma una cosa è certa: se non crei il problema, non arriverà mai la soluzione. Se non si ferma la lavorazione, l’impianto non verrà mai riconvertito. E Taranto rimarrà il più grande centro di produzione. Di bare bianche.

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