Il vaccino mostra la responsabilità dei giovani

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Pare capovolto il giudizio sui giovani, in tempo di Covid. Da qualche giorno i giovani non sono più etichettati come irresponsabili, attentatori alla vita dei nonni e dei genitori, dediti alla idolatria dell’aperitivo, nullafacenti e bamboccioni, in fuga dalla scuola, dediti a scorribande ed oggetto di attenzione da parte della forza pubblica in allarme alla vista di giovani come se fossero rapinatori , massacratori del presente, non curanti del futuro…del mondo. Il Governo, programmando di vaccinare i giovani, si è preoccupato di ingaggiare gli influencer e poi si è evocato il Tik Tok e varie strategie come se si dovesse andare alla ricerca dei renitenti alla leva o come se si dovesse inaugurare una strategia per ricercare evasori fiscali o criminali in libertà da catturare. Armi spuntate. I ragazzi hanno sorpreso tutti.
Siccome numerosi ragazzi e giovani sono stati visti disciplinati cultori del vaccino ecco che i commentatori hanno cambiato registro e si scrive elogiando la loro sensibilità, il civismo, il dovere, la disciplina ed ogni altra virtù.
In ogni caso valutazioni improvvisate.

Scrivo così perché la condizione giovanile non è stata posta al centro dell’attenzione di quella che dovrebbe essere la politica con i giovani e non per i giovani.
I giovani chi sono? Sempre trattati come oggetto per i politici che dichiaravano le guerre, per i potenti che inseguivano la conservazione del loro potere nelle stanze del potere. Oggi si parla del disagio dei giovani come se il disagio non fosse stato creato dagli adulti, dalla carenza di significato e di senso della società. Freud nel 1929 scrisse: “Il disagio nella civiltà”.
Si scrive con superficialità della condizione giovanile. Errore. Sono diverse le ‘condizioni giovanili’. I giovani vengono trattati come coloro che devono diventare adulti. Ma no. Bisogna porre attenzione alle loro personalità in divenire. Si vuole una politica per i giovani e si programmano iniziative da parte degli adulti quasi sempre progettando al loro posto e proponendo, guardando al ritorno economico, spettacoli e canzonette, momenti di evasione. Si organizzano Convegni aventi ad oggetto i giovani e si invitano professori che interloquiscono tra loro in assenza dei giovani, di gruppi giovanili, e piovono giudizi, corroborati da studi medici e psichiatrici, che si soffermano su patologie, assolutamente fuori luogo.

Le Istituzioni non si occupano dei giovani. Prevale la preoccupazione. Si insegue l’emergenza. Si burocratizzano gli interventi richiedendo anche per le Associazioni di volontariato montagne di documentazioni senza comprendere che l’età giovanile vive di tempi veloci e di grande mobilità dei soggetti interessati, in rapida evoluzione. Esiste qualche legge superata all’atto dell’approvazione che riguarda l’esistente relativo ad anni precedenti. Il futuro è assente in un presente in cui fare sport , musica, teatro, vivere creatività è una impresa. Lo sviluppo alternativo, l’educazione alla mondialità e alla pace, alla legalità, alla socialità, ad esercitare la democrazia, al rispetto dei diritti e dei doveri fin dalla scuola elementare sono obiettivi che dovrebbero andare di pari passo con lo svilupparsi della società e non esclusivamente dovrebbero riguardare lezioncine da impartire in occasioni speciali ad un uditorio che è testimone di contraddizioni e di modelli inadeguati.
Scuola, Università, lavoro, salute, crescita affettiva dall’infanzia in poi, famiglia, esperienza religiosa, cultura, arte, complessiva esperienza esistenziale, ambiente, processi innovativi e via dicendo restano ai margini di quello che dovrebbe essere il più formidabile impegno di uno Stato che progetta il futuro e che si esercita, attraverso gli uomini delle Istituzioni, a chiacchierare e a elencare i temi che conosciamo. E poi ci accorgiamo che la così detta società degli adulti non ha compreso una realtà che guarda al futuro animata da speranza che non è patrimonio della nostra cultura assuefatta, incapace di …volare.
Se vogliamo far vivere meglio i concittadini più giovani dobbiamo creare le condizioni per far vivere meglio tutti noi.
E se ci sarà disagio sarà perché non riusciamo a renderci felici, che dovrebbe essere un obiettivo della politica rettamente intesa.


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