Dall’altra parte del significato. Despair, un film di Kārlis Lesiņš

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Il film è stato presentato in Italia nel 2020 in occasione della settima edizione del Torino Underground Cinefest. La presente recensione è stata realizzata grazie alla disponibilità del regista che mi ha consentito una successiva visione del film.

«Sai quanto è pesante per l’altro quando non sa che cosa stai provando?»: è la domanda che Gatissi sente rivolgere dalla ragazza da cui si è da poche settimane separato, e che non riesce a comprendere cosa gli stia accadendo quando lo incontra per caso all’interno di un negozio, con un’aria assente e trasandata.

Gatis è protagonista assoluto di Despair (Izmisums, il titolo originale in russo), un film che scava dentro emozioni e sensazioni universali come la confusione, l’imbarazzo, la solitudine, il sollievo, la curiosità, la ricerca.

Il regista Kārlis Lesiņš (Lettonia, 1987) con un tocco lieve, trovato dentro il rallentamento della trama filmica, riesce a condurre una descrizione basilare su taluni passaggi della vita: parlare a un medico di un proprio problema, la fine della relazione con una compagna, frequentare una nuova persona conosciuta per caso, perdere la propria madre e rivivere le conversazioni con lei, una casa in campagna come unico luogo disponibile in cui vivere, il suono di Makree e il rock psichedelico di Riga dei The Bad Tones, alcuni elementi di una ritualità, singolari compagni di viaggio che Gatis va a cercare per provare qualcosa di diverso da quella quiete spaventata che la crisi della depressione lo costringe a vivere.

Questo scorrere regolare della vicenda umana, punteggiato di contrasti che abitano interiormente il protagonista e che non potremmo percepire se non attraverso la consapevolezza, di cui il regista ci fa dono, di quello che sta accadendo dentro di lui, raggiunge l’apice nel pomeriggio in cui Gatis ritrova, nell’immaginazione, il disperso padre. L’inquadratura che lo ritrae seduto sul molo, di spalle, mentre il mondo attorno è reale e surreale al contempo e si riflette in una moltitudine di fasci di luce che confondono i piani e immergono in un prisma la scena, è la metafora di una realtà, una delle mille possibili, in uno stato di vita che accomuna tutti e che solo chi non ha mai guardato oltre divide tra normale e anormale.

Capire è più importante che sentire, mentre il film ci chiede esattamente l’opposto e cioè di porci dall’altra parte del significato per farci raggiungere intimamente da un lungometraggio che, con una impressionante capacità, racconta dell’arrivo e del passaggio della depressione nella vita di una persona attraverso le diverse sfumature che possono contraddistinguerla.

 

Despair (Izmisums)

Regia di Kārlis Lesiņš

Lettonia, 2019, durata 74 minuti

Un film con Kaspars Zāle, Alise Danovska, Vita Vārpiņa, Kaspars Gods, Līga Zeļģe, Dārta Daneviča.


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