Covid – 19, il futuro dipende solo da noi

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Una cosa che certo non si può dire di questo virus è che non sia sinceramente democratico. Se è vero che in tutto il mondo le componenti più fragili e povere delle società stanno pagando il prezzo più alto, neppure i più potenti e danarosi sono stati risparmiati. C’è una certa ironia nel comportamento di un virus che colpisce coloro che affermano che non esista…un paradosso che ha del filosofico…ma c’è poco da scherzare su quanto sta accadendo in questi giorni.

L’impennata dei contagi ci sta proiettando all’indietro, al tempo del lockdown. Ma di chi è la responsabilità di questo vantaggio che come Paese Italia stiamo perdendo in termini di minori contagi , e che era stato guadagnato con le durissime misure della scorsa primavera?

L’estate troppo allegra, le discoteche aperte (sembrava che l’intera economia italiana si reggesse su quello), le feste , la mobilità all’interno e fuori dall’Italia…e l’indice è stato puntato sui giovani e giovanissimi, rei di lunghe nottate promiscue senza mascherine fuori dai locali, di rientri da paesi ad alto rischio…ma è realmente loro la responsabilità?

 

E’ evidente che occorre porci diverse domande: perché i ragazzi sono così incoscienti? come conciliare l’esigenza di ripartire con la sicurezza?   Cosa può fare la Politica e cosa la Scienza?

 

Alla prima domanda risponde la scienza stessa: alla base dei comportamenti tipici dell’adolescenza vi sono precise ragioni neurologiche. Responsabili della tendenza all’impulsività e della ricerca di sensazioni forti e del pericolo è l’immaturità di alcune aree del cervello: quelle della corteccia prefrontale; aree  che svolgono una funzione centrale anche  nel controllo cognitivo degli impulsi. Insomma, il dato di fatto è che tutti sanno che giovani e giovanissimi non controllano gli impulsi e giocano a sfidare la sorte.

 

Se consideriamo la società come cerchi concentrici, al centro del bersaglio ci sono i singoli individui e la famiglia. Questa ha il compito complesso ma indispensabile di spiegare, educare e supervisionare i figli. Al di sopra dei singoli individui e delle famiglie , la comunità tutta, che per sua sicurezza e per senso civico, dovrebbe essere interessata a quanto gli accade intorno e avere un atteggiamento operante verso chi non rispetta le regole di convivenza. In questa fascia rientra  anche la scuola, ovviamente in seconda battuta rispetto alla famiglia. Infine ci sono i politici, gli scienziati, il Governo, che prende decisioni e, pensa alle sanzioni per chi non rispetta le norme di convivenza civile e si avvale, per farle rispettare, delle forze dell’ordine. E sono i politici a dover essere d’esempio per la società, come i genitori per i figli.

Bene, tutto questo per dire che la responsabilità di quanto sta accadendo è diffusa, e ha ragione il ministro Speranza quando dice che ogni singolo individuo deve essere responsabile e prudente.

 

Ma, se i genitori per primi si lagnano perché i loro figli “sono costretti a portare la mascherina troppe ore a scuola” , è ovvio che i ragazzi, già allergici per natura alle regole, si sentiranno legittimati appena fuori dalle aule a buttare la mascherina e abbracciarsi e accalcarsi…Ma, se alcuni politici ( che abbiamo visto dovrebbero avere la funzione di dare il buon esempio quasi fossero per la popolazione madri e padri di famiglia) lanciano messaggi sbagliati e se ne vanno in giro gaudenti senza mascherina…di cosa stiamo parlando? Non si tratta di politica, qui, ma di salute. E su questo c’è da dire che l’attività del Comitato Tecnico Scientifico mi ha ricordato a tratti, con tutto il rispetto, il  percorso dei salmoni, che risalgono faticosamente la corrente. Certo, il compromesso fra la Scienza e la Politica, fra chi vuole bloccare il virus e chi deve far quadrare i conti, è complesso. Se poi si frappongono, in questo delicato equilibrio, anche forze demagogiche che cavalcano l’insofferenza popolare allora ecco, la bilancia pende dalla parte opposta della Scienza e rischiamo grosso.

 

Vogliamo fare qualche esempio? Trovo assolutamente inaccettabile rifiutarsi di scaricare l’app immuni per il tracciamento dei contagi perchè “poi ci controllano”,  quando poi si è iscritti a vari social e si pubblicano foto dei figli o della festa di compleanno. E che senso ha non portare la mascherina perché “è una limitazione della libertà”?

 

E questo della libertà è argomento particolarmente utilizzato. E’ vero che , come dice il nobel Mario Vargas Llosa   “molti governi hanno utilizzato la pandemia per limitare la libertà e tutto questo è inaccettabile, perché è un processo irreversibile”. Ma certo non si riferiva al nostro Paese… Sicuramente, dobbiamo tutti vigilare che in altri Paesi  la pandemia non sia un pretesto per l’autoritarismo… Ma questo, come si dice, è un altro film.

 

E comunque la mia libertà passa anche attraverso la salute e di certo finisce dove inizia la libertà di qualcun altro.

 

Insomma, per bloccare la crescita dei contagi ogni singolo, ogni famiglia, ogni politico, deve mobilitarsi e responsabilizzarsi . Non c’è nessuno al di fuori o al di sopra a cui dare la colpa . Non dipende da nessun altro se non da noi stessi. E se gli autobus e le metropolitane sono stracolme e non c’è una distanza di sicurezza, allora sì, alziamo la voce. Se il datore di lavoro non rispetta le norme di sicurezza, sì, alziamo la voce.

Per il resto, mettiamo la mascherina, laviamoci le mani spesso, evitiamo assembramenti e scarichiamo l’app Immuni. Sono cose semplici .

A questo punto dipende solo da noi.

 

 

 


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