Storia di Bhen. Un incontro tra i banchi di scuola 

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E’ un dato ormai consolidato che gli studenti di origine migratoria siano parte integrante della popolazione scolastica italiana, rendendo la scuola di oggi un melting pot di razze, culture e religioni. La cronaca più recente ci insegna tuttavia che l’incontro con l’altro è spesso fonte di paura e diffidenza causata da interpretazioni fuorvianti, pregiudizi e ignoranza.

E’ il primo giorno di scuola e Michele Trabucco, professore di religione cattolica alle superiori, viene assegnato ad un istituto professionale, del nord Italia. Ben consapevole delle difficoltà che andrà ad incontrare, soprattutto in una struttura in cui i ragazzi sono già proiettati in fabbrica e reagiscono con scarso interesse alle sollecitazioni – ancor più verso una materia che ‘non fa media’ – cerca con impegno di coinvolgere i suoi studenti sfruttando quell’ora per stimolare un dibattito costruttivo sull’attualità e sulle differenze culturali e religiose tra diversi credo.

Nella nuova classe, la sua attenzione viene catturata da un ragazzo “seduto vicino alla finestra, fermo al suo posto dietro al banco, con lo sguardo attento e vigile”. Il suo nome è Bhen, musulmano, arrivato dall’Afghanistan.

Inizia così “Storia di Bhen. Un incontro tra i banchi di scuola” di Michele Trabucco, pubblicato lo scorso giugno da Intrecci edizioni (128pp, 14 euro), un viaggio intrigante ed emozionante, un dialogo interculturale e interreligioso fatto di umanità, differenze e diffidenze, ma anche riconciliazioni. In perfetto equilibrio tra racconto e saggio di approfondimento, il libro – frutto dell’esperienza diretta dell’autore – affronta con semplicità temi cruciali della nostra contemporaneità: l’immigrazione, tra accoglienza e rifiuto, le differenze tra cristianesimo e islam, il lavoro, lo studio… Attraverso una serie di dialoghi con questo studente arrivato in Italia nella prima adolescenza dall’Afghanistan con un viaggio più simile ad un’odissea e motivato in questa scelta da una ‘missione’ – e dalla curiosità verso quel continente, l’Europa, conosciuto solo sommariamente dai libri di storia – emerge un affresco inizialmente scioccante “Mi hanno sempre detto che i non musulmani sono infedeli, eretici che vanno eliminati e che l’Occidente è un mondo corrotto e immorale” che tuttavia vira grazie all’esperienza diretta del ragazzo, non più animato da quegli iniziali propositi. Trabucco cerca così di approfondire, riflettere e valutare – senza preconcetti e pregiudizi – l’incontro e lo scontro tra culture tanto distanti, in cui il reciproco arricchimento può passare soltanto attraverso una reale conoscenza dell’altro.


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