La politica ascolta la cultura. Non era mai capitato prima un incontro così intenzionale tra due mondi separati da reciproca diffidenza. Giunta, in passato, sino alla oscena dichiarazione di un ministro berlusconiano: “con la cultura non si mangia”. Invece Conte ha concluso gli Stati Generali convocando scrittori, attrici, architetti, attivisti ed altri intellettuali, per sentire pensieri e preoccupazioni di chi per professione cerca il senso delle scelte. Un gesto coraggioso e innovativo, che supera il pregiudizio di chi pensa che le soluzioni concrete non possano essere cercate con chi intaglia emozioni.