Pensioni. Tavolo di trattativa governo sindacati

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Giudizi positivi di Cgil, Cisl, Uil. Revisione della legge Fornero. Risposte ai giovani e alle donne

Di Alessandro Cardulli

Il “cantiere” governo continua a produrre, dando risposte a Cgil, Cisl, Uil, nel merito della piattaforma presentata dai sindacati, sostenuta da un’ampia mobilitazione dei lavoratori e dei pensionati, con manifestazioni, assemblee nei luoghi di lavoro. Piattaforma che riguarda problemi di fondo, dal fisco alle pensioni, al lavoro. Le pensioni che  riguardano circa 16 milioni di persone sono state al centro del primo incontro al ministero del Lavoro, presente la ministra Nunzia Catalfo, i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Carmelo Barbagallo, il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra. Incontro che fa seguito a quello che si è svolto a Palazzo Chigi, presente il presidente Conte. Un incontro giudicato positivamente dai sindacati. Landini ha detto che si è “avviato un confronto serio, un inizio importante che va nella direzione di rispondere alla nostra piattaforma”. Barbagallo ha detto che è stato stabilito un metodo di lavoro per andare avanti, Sbarra  sottolinea che si è trattato di un primo passo significativo sia di condivisione vera, sia di partecipazione per ridefinire le regole

Ministra Catalfo: commissioni di esperti accompagnano il percorso di riforma

La  ministra Catalfo ha giudicato l’incontro “molto positivo, ed ha ricordato l’avvio dei tavoli tecnici annunciando la nomina della commissione di esperti che accompagneranno il percorso di riforma, a partire dalle misure per la flessibilità in uscita. Nella terza commissione, quella che dovrà valutare l’impatto economico delle proposte, ci saranno esperti di Inps, Mef, ministero della Funzione pubblica e ministero del Lavoro. “I costi – ha concluso – li valuteremo in itinere”. Una commissione lavorerà per separare i costi della previdenza, le pensioni appunto, da quelli per   l’assistenza.

II ministro Gualtieri: dialogo positivo con le parti sociali

Dopo molti anni torna un reale confronto, fra governo e forze sociali per affrontare in modo concreto problemi che riguardano le condizioni di vita e di lavoro di  milioni di cittadini. Un primo risultato riguarda il taglio del cuneo fiscale. Il governo nel tavolo di trattativa aveva avanzato una serie di proposte. Cgil, Cisl, Uil avevano espresso  valutazioni positive, non solo per quanto riguardava i contenuti ma anche per il “metodo” da seguire per dare concretezza al confronto: tavoli di trattativa sui problemi  economici e sociali che devono essere affrontati. “Alle parole -avevano detto i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil – devono seguire confronti per arrivare ad accordi, dando risposte concrete alle richieste poste nella piattaforma dei sindacati”. Un primo risultato è stato l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri avvenuta solo qualche giorno fa del decreto che stanzia 3 miliardi per la riduzione del cuneo fiscale, mettendo più soldi nelle buste paga di 16 milioni di lavoratrici e lavoratori. Il  ministro dell’Economia Roberto Gualtieri aveva  espresso “grande soddisfazione anche per la coesione dimostrata dalla maggioranza e per il dialogo positivo con le parti sociali. È un primo intervento concreto nel segno della crescita e dell’equità che costituirà la base di una più ampia riforma del sistema fiscale”.

Verifica in sede politica a marzo. Dare stabilità al sistema

Sulle pensioni si parte con incontri di carattere tecnico  che, dice Landini, avranno una verifica politica a marzo, perché “ci interessa che la direzione sia chiara: non vogliamo qualche aggiustamento di qualche parte della legge Fornero, vogliamo una vera e propria revisione della legge che dia stabilità al sistema nei prossimi anni e che sia in grado di dare risposte a partire dai giovani e dalle donne che sono le più penalizzate in questi anni”. Febbraio sarà il mese degli incontri tecnici. Il 3 le parti si occuperanno delle pensioni di garanzia dei giovani, il 7 febbraio dei pensionati, il 10 della flessibilità, il 19 febbraio di previdenza complementare. La data dell’incontro sulla non autosufficienza è ancora da definire. Landini sottolinea che “in tutti questi incontri saranno presenti rappresentanti del ministero dell’Economia, perché stiamo parlando di questioni che riguardano aspetti economici molto importanti”. Per il leader della Cgil “servono regole comuni, ad esempio di uscita flessibile dai 62 anni, ma servono anche misure che riconoscano le differenze tra uomini e donne così come per i lavori gravosi. Quest’anno – prosegue Landini – il governo vuole fare una discussione sul Def, il documento di economia e finanza nel mese di aprile, quindi fare questa verifica a marzo sull’insieme della questione previdenza significa avere chiara la strada che vogliamo percorrere”.

Gli  incontri su Mezzogiorno, rilancio sviluppo, esodati

Il tavolo sulle pensioni si apre dopo il risultato raggiunto sul cuneo fiscale, Landini ha ricordato anche gli altri impegni nel calendario del dialogo tra governo e sindacati: “il 30 avremo l’incontro con il ministro del Mezzogiorno, perché l’altro tema che va aperto è quello degli investimenti per il rilancio dello sviluppo. Nelle prossime ore sarà fissato l’incontro sul tema degli esodati che abbiamo posto e sul part time verticale, tema che doveva essere oggetto della legge di stabilità ma poi è stato tolto. Abbiamo ribadito che va trovata una soluzione”.

L’incontro odierno è stato importante soprattutto per stabilire un metodo, mentre non si è entrati nel dettaglio della discussione. Lo ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, sottolineando che è importante che il governo voglia discutere con il sindacato su questo tema. “È stato stabilito un metodo di lavoro”, ha detto, “non ci sono proposte del governo. La modifica della legge Fornero si può fare se ci sono i soldi per farlo. Ci batteremo per farlo”.

“È un primo passo significativo sia di condivisione vera, sia di partecipazione per ridefinire le regole. Finalmente parte il confronto, si passa dalle parole ai fatti”, dice Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl. “Abbiamo ribadito le nostre posizioni e le nostre idee, serve un sistema di equità tra le generazioni e serve un modello che dia stabilità alle regole del sistema pensionistico – ha aggiunto –. Serve una pensione di garanzia per i giovani”. Per Sbarra “è urgente un confronto con il governo in vista del Def, per la piena rivalutazione dei trattamenti pensionistici e per finanziare una legge sulla non autosufficienza”.

I  pensionati circa 16 milioni, uno su tre con assegno sotto i mille euro

Diamo di seguito un quadro che riguarda il numero dei pensionati, le loro condizioni economiche, il costo della previdenza reso noto dall’Istat e mette in luce l’esigenza di un intervento, a partire dalla revisione della legge  Fornero così come richiesto dai sindacati. Il  numero complessivo di trattamenti erogati è pari a poco meno di 23 milioni. La spesa totale pensionistica (inclusa la componente assistenziale) nello stesso anno ha raggiunto i 293 miliardi di euro (+2,2% su variazione annuale). “Il peso relativo della spesa pensionistica sul Pil – conclude l’istituto – si attesta al 16,6%, valore appena più alto rispetto al 2017 (16,5%), segnando un’interruzione del trend decrescente osservato nel triennio precedente”. ll 36,3 per cento dei pensionati riceve ogni mese un assegno di meno di 1.000 euro lordi, e il 12,2 per cento non supera i 500 euro. Uno su quattro (24,7 per cento) si colloca, invece, nella fascia di reddito superiore ai 2.000 euro. A dirlo è l’Istat che, in base a dati del 2018, definisce “ampia la disuguaglianza di reddito”: al quinto con redditi pensionistici più alti va infatti quasi la metà della spesa complessiva (42,4%). A rischio povertà risulta il 15,9 per cento delle famiglie con pensionati.

Da jobsnews


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