Happy Hour: audace e provocatorio il nuovo romanzo di Parazzoli

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Milano, cuore pulsante dell’Italia, ‘capitale’ della finanza e della moda, una città che non dorme mai, animata dai locali della movida e caratterizzata da quell’irrinunciabile ‘happy hour’, quell’ora felice prima della sera, fa da sfondo al nuovo romanzo di Ferruccio Parazzoli, ‘Happy Hour’, in libreria con Rizzoli, nella collana ‘La Scala’ dal 14 gennaio (208 pagine, 18 Euro).

“La vita della metropoli corre verso la sua sera tumultuosa, verso il suo finale ansimante. Il battito cardiaco di Milano sembra non perda mai colpi, indenne da grandi traumi, indifferente ai piccoli”.

E’ maggio e l’estate è ormai alle porte, quando, d’improvviso, un uomo si toglie la vita. E’ il caso zero. Nei giorni e nelle settimane successive le pagine della cronaca cittadina vengono riempite da un susseguirsi di casi analoghi. Giovani e vecchi, manager d’azienda e anziane pensionate, poveri e ricchi decidono di farla finita. Il ‘morbo’ sembra non risparmiare nessuno. Ad eccezione degli stranieri che, sebbene più sfortunati, sembrano esserne immuni.

Nel breve volgere di tempo i casi di suicidio si moltiplicano, e se, in un primo momento, il movente sembrava essere la crisi economica, il susseguirsi degli episodi ne contraddice le motivazioni. In tre mesi le strade di Milano si macchiano di quarantacinque suicidi: “venti per precipitazione, quindici per impiccagione, dieci per armi da fuoco”.

E’ così che si comincia a parlare di morbo, anche se, in verità, l’unico comune denominatore dei suicidi sembra essere il mal di vivere. Mario Spinoza, professore di letteratura francese alla Cattolica, segue il dispiegarsi degli eventi con crescente interesse. Quando la situazione si aggrava e Milano viene messa in quarantena,  Spinoza si interroga, insieme alla sua studentessa Mara – la quale è convinta che il ‘morbo’ sia paragonabile alla ‘peste’ di Camus – e ad Aram, seminarista con velleità rivoluzionarie, se sia ancora possibile, al giorno d’oggi, essere felici.

‘Happy hour’ è una riflessione provocatoria e audace, all’ombra della Madonnina, sull’anomia del vivere contemporaneo in una società del benessere e su quelle paure che avanzano tra le fragilità del presente e le incertezze del futuro. Un libro insolito e coinvolgente, che attraverso la caratterizzazione di curiosi personaggi – uno su tutti, la vicina del piano di sopra, la signora Tiziana, che batte con insistenza sul soffitto di Spinoza con la sua stampella quasi in cerca di aiuto – mette in libera uscita i mostri del nostro tempo, con un forte richiamo al risveglio delle coscienze, unica possibilità a disposizione per la loro sconfitta.


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