80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

L’ultima frontiera del giornalismo politico: l’auto-intervista

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Niente domande, anzi, facciamo così, le domande se le pone direttamente l’intervistato. Non è un paradosso, è accaduto realmente a Trieste, in uno dei luoghi della memoria della città, la Risiera di San Sabba, e la protagonista è la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

La tendenza a non accettare domande e a comunicare tramite dichiarazioni preconfezionate, vuoi dal vivo tenendo a distanza i giornalisti, vuoi con interventi sui social, non è certo una novità, ma sembra che l’insofferenza della politica alle domande dei giornalisti stia per infrangere un’altra barriera.

Ne è un esempio la recente visita in regione della Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. La numero uno di Palazzo Madama ha partecipato alla cerimonia di Redipuglia in occasione del 4 novembre, e il giorno successivo è giunta Trieste, per incontrare i rappresentanti delle istituzioni locali, ma soprattutto per visitare due luoghi chiave per la memoria della città: i monumenti nazionali della Foiba di Basovizza e della Risiera di San Sabba.

Una visita blindata, senza alcuna occasione di contatto con i giornalisti, se non un annunciato appuntamento per una “dichiarazione” all’interno della Risiera.

Ben prima dell’arrivo della Presidente al monumento gli uomini e le donne dello staff ci avevano fatto chiaramente capire (io ero uno dei colleghi che seguivano l’evento) che Maria Elisabetta Alberti Casellati “non avrebbe risposto a domande”, per cui, hanno aggiunto, “ognuno doveva fare il proprio lavoro”: evidentemente non avevano mai spiegato loro che fare delle domande è parte integrante del lavoro di un giornalista.

Nei minuti seguenti siamo stati spostati più volte per consentire alla delegazione di visitare la Risiera senza essere disturbata: fin qui tutte cose a cui siamo ormai, purtroppo, abituati, ma il colpo di scena, come da miglior tradizione teatrale, è arrivato alla fine.

Una volta fatte schierare le telecamere da una parte e giornalisti dall’altra, secondo precise indicazioni dello scenografo di corte, il muro di protezione si è aperto, ma è stato lo stesso addetto stampa della Presidente a prendere in mano il microfono di una collega, e a porre l’unica domanda consentita nel corso della visita. Immediatamente dopo tutti i colleghi sono stati allontanati, in maniera nemmeno troppo gentile.

È doveroso sottolineare che le altre autorità presenti, fra gli altri il Presidente della regione Massimiliano Fedriga e il Sindaco Roberto Dipiazza, si sono invece comportate in maniera ben diversa, fermandosi a parlare con la stampa, rispondendo a tutte le domande dei colleghi, assolutamente disponibili a parlare anche su temi non direttamente connessi alla visita.

Atteggiamento ben diverso da quello dello staff della seconda carica dello Stato, che ha deciso invece d’imporre tempi, domande e risposte, e ha evidentemente perso un’occasione per dimostrare sensibilità per il lavoro dei colleghi, e disponibilità verso la stampa e il diritto all’informazione dei cittadini.


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