Giornalismo sotto attacco in Italia

“Ilaria Alpi e Miran Hrovatin – Depistaggi e verità nascoste a 25 anni dalla morte” – di Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari

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“Ilaria Alpi e Miran Hrovatin – Depistaggi e verità nascoste a 25 anni dalla morte” è un libro di Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari, entrambi giornalisti, editori e scrittori. Il libro ripercorre l’omicidio di Ilaria Alpi, inviata del Tg3 in Somalia e Miran Hrovatin, operatore tv, entrambi barbaramente uccisi a Mogadiscio il 20 marzo 1994. Erano tornati da poco in albergo, il Sahafi. Decidono di uscire attraversando la green line, linea verde che divide la città in due parti; la prima è controllata da Aidid e la seconda da Ali Mahdi. Sopravvivono all’agguato soltanto l’autista e l’uomo della scorta. Miran viene rinvenuto cadavere, Ilaria invece era ancora viva. Viene immediatamente soccorsa per le cure ma non riesce a sopravvivere. Un delitto ancora oggi avvolto da una fitta cortina di mistero, pieno di domande, interrogativi, intrighi, misteri e depistaggi. Il delitto è avvenuto in un territorio che in quegli anni sembrava l’avamposto di Gladio e nomi importanti di personaggi che facevano affari con il traffico di rifiuti e armi e che diventeranno noti ai rigori della cronaca  nel 1994. Un’esecuzione in piena regola, che ha strappato per sempre la vita a due giornalisti che volevano soltanto raccontare ciò che si stava palesando davanti ai loro occhi, ciò che sentivano dalle bocche dei cittadini che intervistavano durante i loro spostamenti e che immortalavano con la loro immancabile videocamera. “Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire” diceva Orwell. Ilaria e Miran voleva documentare qualcosa che non era mai stato detto, scritto e registrato. Avrebbero voluto che le voci del corno d’Africa, del popolo, dei cittadini, diventassero un riflesso per sensibilizzare l’Europa ancora ignara di quanto stesse accadendo in quelle terre. Cosa avevano scoperto i due giornalisti? La misteriosa sparizione di svariati nastri appartenenti a Miran, diversi taccuini di Ilaria su cui annotava ogni dettaglio e la famosa ultima intervista realizzata ad Abdullahi Mussa Bogor, il sultano di Bosaso. Nel 1999 viene invece arrestato Omar Hashi Hassan per concorso in duplice omicidio. Viene assolto in primo grado, ma tutto si ribalta con una condannato all’ergastolo a 26 anni. Per la legge italiana è lui il responsabile del delitto. Ne sconterà 17 di anni in carcere. La vicenda cambia radicalmente quando Ahmed Ali Rage detto “Jelle”, confesserà ai microfoni di Chiara Cazzaniga, giornalista di “Chi l’ha visto?” di non aver visto chi ha sparato a Miran e Ilaria perché non si trovava lì, aggiungendo che gli italiani avevano fretta di chiudere il caso e gli hanno promesso soldi in cambio di una sua testimonianza, quindi lui ha indicato Hashi.


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