Processo Rocchelli. Qui non si scherza, disse Vitaly Markiv

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di Giacomo Bertoni* – Alla quarta udienza del processo di Pavia ascoltati 5 giornalisti italiani che erano in Ucraina e lo contattarono appena appresero che il foreporter italiano era stato ucciso

Venerdì 14 dicembre si è tenuta nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Pavia la quarta udienza del processo al presunto assassino del fotoreporter pavese Andrea (Andy) Rocchelli. Durante la lunga udienza, aperta alle ore 9 dalla presidente del Tribunale Annamaria Gatto e prolungatasi fino alle 14.30 del pomeriggio, sono stati ascoltati Francesca Volpi, Marcello Fauci, Andrea Carruba, Ilaria Morani e Michela Iaccarino, cinque giornalisti italiani che si trovavano in Ucraina e alloggiavano nello stesso albergo di Rocchelli, il 24 maggio del 2014, quando avvenne l’attacco costato la vita a Andy e all’attivista dei diritti umani Andrei Mironov. La prossima udienza si terrà il 18 gennaio 2019. In quell’occasione saranno ascoltati 5 carabinieri di Pavia

Alcuni dei giornalisti ascoltati dai giudici hanno riferito che, direttamente o indirettamente, si tenevano in contatto con Vitaly Markiv, militare impegnato nel conflitto e oggi imputato per l’omicidio di Rocchelli e Mironov.

Francesca Volpi aveva incontrato Markiv a un posto di blocco ucraino, con lui aveva scambiato qualche parola che era stata ripresa di nascosto e pubblicata su alcuni siti ucraini.

Sabato 24 maggio 2014, quando nell’hotel dove alloggiano i giornalisti appresero la notizia dell’attacco all’automobile su cui viaggiavano Andy Rocchelli, Andrei Mironov e William Roguelon (l’unico sopravvissuto), due di loro, Marcello Fauci e Ilaria Morani chiamarono subito al telefono Markiv per avere informazioni sull’accaduto. Subito dopo, sulla base di quella telefonata, effettuata in vivavoce, Morani scrisse l’articolo che fu pubblicato poche ore dopo sul corriere.it con il titolo “Ucraina, il racconto del capitano, ecco come è morto Rocchelli”. I testimoni hanno detto che quella telefonata fu concitata, durò pochi minuti, durante i quali Markiv disse: «Qui non si scherza, non bisogna avvicinarsi: questo è un luogo strategico per noi. Normalmente noi non spariamo in direzione della città e sui civili, ma appena vediamo un movimento carichiamo l’artiglieria pesante».

Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi (la Federazione nazionale della stampa italiana), Anna Del Freo, segretario generale aggiunto della Fnsi, e Paolo Perucchini, presidente dell’Alg (l’Associazione lombarda dei giornalisti), parte civile del processo, hanno assistito all’udienza e hanno riaffermato l’impegno a difendere la memoria del fotoreporter ucciso e la volontà di impegnarsi al fianco dei suoi familiari per l’accertamento della verità. “Rocchelli va difeso perché era un cercatore della verità», ha detto Giulietti. “Le testimonianze di oggi hanno fatto fare un ulteriore passo avanti ai fini dell’accertamento della verità”, ha detto l’avvocato Giuliano Pisapia, che li rappresenta (vedi le loro dichiarazioni sul sito della FNSI).

*Questa cronaca di Giacomo Bertoni è stata prodotta da Ossigeno per l’informazione in collaborazione con La Provincia Pavese, Unione Nazionale Cronisti Italiani, Ordine  Giornalisti Lombardia per integrare le cronache dei media con un resoconto oggettivo, puntuale ed esauriente dello svolgimento del processo in corso al Tribunale di Pavia in cui è imputato il presunto responsabile dell’uccisione del fotororeporter italiano Andrea Rocchelli e del giornalista russo Andrey Mironov. Questo testo è stato pubblicato sul sito web ossigeno.info ed è stato inviato a Vienna al Rappresentante per la Libertà dei Media dell’Osce, che segue con attenzione la vicenda.

Da ossigenoinformazione


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