Il punto sulla cittadinanza digitale

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Brevissima premessa. Diceva Enrico Mattei, in un interessante contributo ad una raccolta di Paolo Cacciari sui Beni Comuni, intitolato “La nozione del comune”, che i bisogni di bene comune non sono paganti se il diritto non li rende artificialmente tali. Infatti (salvo nel caso di un intervento del diritto sotto forma di ratifica e formalizzazione dell’occupazione esclusiva) il bene comune offre servizi dati per scontati da chi ne beneficia e il suo valore si misura soltanto in termini di sostituzione quando esso non c’è più. La consapevolezza del valore dei beni comuni può essere creata soltanto attraverso uno specifico investimento sul fronte della domanda lavorando sulla consapevolezza del nostro rapporto con il contesto in cui essi producono i loro servizi. Quando questa consapevolezza manca, viene meno l’essere pagante del bisogno di beni comuni.

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E’ bloccata in Senato da diversi anni la proposta di modifica dell’Art. 21 della Costituzione Italiana: il disegno di legge costituzionale propone l’introduzione dell’Art. 21 bis, che reciterebbe così: «Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale. La legge stabilisce… Continua su lsdi

 


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