Dopo di noi, taglio da dieci milioni in due anni. “Segnale che preoccupa”

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Cinque milioni di euro in meno per le persone con disabilità grave prive di sostegno familiare nel 2018 e nel 2019. Manfredi (Ledha): “Non si capisce la ragione di questa decisione. Segnale in controtendenza rispetto alla legge”

 

ROMA – Nei giorni scorsi, la Conferenza unificata delle Regioni ha espresso l’intesa sul riparto delle risorse del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare per l’anno 2018, previsto dalla legge 112/2016 (“Dopo di noi”). Come ha evidenziato la stessa Conferenza il fondo è stato decurtato di circa 5 milioni di euro, passando dai 56,1 milioni di euro previsti dal decreto legge 112/2016 ai 51,1 milioni effettivamente messi a disposizione per il 2018. Lo stesso taglio verrà effettuato anche per il 2019, portando così a 10 milioni di euro la “sforbiciata” complessiva in due anni che il governo ha applicato al fondo per il “Dopo di noi” nell’ambito della Legge di Bilancio. Il contributo per la Regione Lombardia per il 2018 è stato quindi fissato a quota 8.584.000 euro.

“Non si capisce la ragione di questa decisione -commenta Alessandro Manfredi, presidente di Ledha – Lega per i diritti delle persone con disabilità-. Mancano 5 milioni di euro a livello nazionale: stiamo parlando di una cifra tutto sommato modesta. Ma ci preoccupa il segnale, in controtendenza rispetto alla scelta fatta con la legge 112 che sostiene le persone con disabilità adulte nella costruzione di un percorso di vita indipendente”.

Le molte richieste arrivate dalle famiglie per l’attivazione dei progetti per il “Dopo di noi” e la grande attenzione che viene dai territori dovrebbero portare in direzione contraria: aumentando i fondi per i progetti per il dopo di noi, anziché ridurli. “Chiediamo al Governo il reintegro totale del Fondo –conclude Alessandro Manfredi- e chiediamo a Regione Lombardia di impegnarsi presso l’esecutivo per raggiungere questo obiettivo. Qualora però il taglio venisse confermato chiediamo a Regione Lombardia di intervenire e reintegrare la quota mancante”.

Da redattoresociale


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